Hans Christian Andersen
Solleviamoci, è ora
Noi siamo quelli
che se ne vanno
pieni di vento
e di sole
in deserti
affollati
di illusioni
e non tornano più
abbagliati
da spaccati di vita.
Siamo riflessi
di affetti
profondi.
Pensieri
di fresca rugiada
posata sulla notte
che non conosce
nuvole.
Siamo i sospesi
tra sogno e realtà,
quelli sul sottile confine
tracciato
dai meandri
dei desideri.
Siamo splendide bugie
di una terra
che fatica
ad alzarsi
sui marciapiedi
della vita.
Siamo polvere
di un tempo
inesorabile
che ci riporta
tra le caverne opache
dei ricordi.
Siamo l’urlo
di amici perduti
non ancora tornati,
che raccoglie
sogni lanciati
su nuvole rosa
gonfie di cuore
nel cielo sospeso
della gioventù.
Siamo parole
mai dette
intrappolate
tra i rami
scheggiati
di un inverno
che fatica
nel risveglio.
Siamo vita
che scoppia
nei focolai spenti
accesi dal giorno che nasce
a dispetto di tutto.
Preghiere
Strappate ai silenzi
concessi da un Dio
che non ama
piangersi addosso.
Siamo
l’andata e il ritorno
di noi stessi.
Solleviamoci.
E’ ora.
PAESE MIO
Paese mio
cinto a primavera
di riccioluti gorgheggi
affaccendati
come comari
nel via vai del giorno
ti vai combinando
tra nuvole ariose
all’orizzonte
e sogni fermi
dietro vetri antichi.
Tu non conosci gli anni.
Il tuo grembo
avrà sempre un vecchio
davanti ai tuoi tramonti
aggrappato
ai sapori di campagna
mentre torna stanco
con le zolle in mano
cantando
la fatica della terra.
E non conosci spazi.
Sei tutto lì
che vivi di germogli
seminati
nei cuori della gente
che s’adatta
all’ombra
dell’inverno
mentre fuori
è estate.
Per questo
non ti mancano
i sorrisi
strappati ai vicoli
intrecciati e bui
come strette di mano
nel bisogno
tra calde mura
di camini accesi.
Tra gli alberi d’ulivo
bagnati di sole
che lasciano un’impronta
tra le rughe
dei ricordi
che strada voltando
riporta
inesorabilmente
a te.
mostra di poesie
martedì 25 dicembre 2007
LA PICCOLA FIAMMIFERAIA fiaba natalizia
Hans Christian Andersen
lunedì 24 dicembre 2007
NATALE INSIEME (festa degli alberelli)
Tanti alberelli che sfilano contro il consumismo, la cattiveria, la fame nel mondo, la disoccupazione, la guerra, l’inquinamento, l’alcolismo, il bullismo, e la droga, per inneggiare alla pace e alla giustizia. Bambini e ragazzi, sottili fruitori di messaggi rassicuranti, li hanno allestiti con gioia e partecipazione usando materiale di facile consumo, insieme con i loro rispettivi docenti della Scuola Primaria e Secondaria di primo Grado, dell’Istituto Comprensivo di Feroleto Antico, amministrato dal Preside Napoleone Ruberto, per scommettere su una solidarietà universale votata alla semplicità come riscoperta del proprio “io” in un sano dialogo con la natura e con l’altro. “Noi vogliamo che i bambini partecipino al Natale quest’anno in modo diverso, per recuperare la tradizionale festa dell’albero che si faceva tempo fa quando si recitavano le poesie tutti insieme sotto i neo alberelli piantati a Novembre”. E’ quanto affermano il Presidente della Pro Loco Gianfranco Nanci e l’Assessore alle Politiche Sociali, Paola Chiefalo, i quali hanno promosso questa simpatica e coinvolgente iniziativa. L’albero Ecologico, delle Lattine, dell’Amicizia, degli Affetti, dell’Amore per l’Universo, della Mondialità, degli Operatori di pace, delle Mani, di Palline colorate, viene visto come validissimo strumento di comunicazione, per esprimere ognuno con la propria creatività, il personale modo d’intendere il Natale, sicuramente pregno di speranza per un futuro migliore. Un po’ di bosco in città per riflettere anche su questo aspetto del Natale ch’è sì fatto di abeti naturali e artificiali, di silenzio e allegria, di semplicità e di doni, in un paradosso simbiotico che mette d’accordo un po’ tutti, ma anche tanta voglia di andare avanti in una Italia che si muove in modo abbastanza cauto, pur essendoci giovani preparati e con grandissimi valori, che perciò vorrebbero veder muoversi molto più velocemente nel rispetto delle potenzialità di ognuno di loro. L'immagine dell'albero (specialmente sempreverde) come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale e, probabilmente, in seguito assimilato dal Cristianesimo. L'albero di Natale, Simbolo del Cristo-Albero cosmico, che offre la sua luce e i suoi frutti agli esseri, ponte fra cielo e terra, è l’emblema nelle tradizioni dell'Europa centrale e dell'Italia alpina. Esso risale almeno alla Germania del XVI secolo, a Brema del 1570, secondo cui un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta e tanti lumini metafora di luce che dispensa all'umanità e della vita che il Cristo dona, mentre i dolciumi il suo amore “Una volta qui, infatti, si usava una piantina di alloro con i corbezzoli o un albero di arancio addobbato di dolciumi “ continua il Presidente della Pro Loco. Gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti poiché quest'ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo, specialmente il dono di essere sempreverdi, che secondo la tradizione gli venne dato proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. Il simbolismo dell'albero solstiziale è stato stravolto, oggi, dal mito americano, in emblema del consumo. La tradizione dell’albero prese piede in Italia nel 1800, quando la regina Margherita, moglie di Umberto I, ne fece allestire uno in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e l’usanza si diffuse tra le famiglie italiane in breve tempo. Abete naturale o sintetico? Con il Natale alle porte, è questo il dilemma che attanaglia molti italiani, soprattutto quelli che vogliono avere un particolare occhio di riguardo per l’ambiente perché sinonimo della deforestazione. Col presupposto che gli abeti vengono coltivati e ‘allevati’ all’interno di vivai specializzati in aree collinari che altrimenti sarebbero abbandonate e quindi non coltivate, si vuole puntare soprattutto sull’aspetto climatico della questione: un albero naturale è un ‘prodotto’ a emissioni zero a differenza di quello sintetico, che viene realizzato con sostanze plastiche come il PVC (polivinilcloruro). Questo significa che viene ottenuto dal petrolio e che quindi, in fase di realizzazione, produce delle emissioni nocive all’atmosfera. Lo svantaggio più grande degli abeti naturali rimane comunque il loro smaltimento. La maggior parte purtroppo finisce nelle discariche. Bisognerebbe coinvolgere i cittadini in un progetto più ampio e questo lo devono fare le amministrazioni comunali, incoraggiando la riforestazione, creando dei ‘boschi di Natale’ in cui poter piantare tutti gli abeti utilizzati durante le feste. Afferma, infatti, il Presidente della Pro Loco Nanci: “L’albero naturale è un peccato che venga adoperato e poi gettato perciò abbiamo preso gli alberi con la zolla i quali, una volta svestiti, saranno portati in un sito per essere trapiantati .” La manifestazione finale di premiazione si terrà sul Corso Roma, il 26 Dicembre, con la quale una apposita giuria premierà il messaggio più forte. Durante la serata è prevista la Sagra della Pignolata accompagnata dal suono di una tradizionale zampogna natalizia.
ARICOLO PUBBLICATO SUL IlLAMETINO
da Sina Mazzei
giovedì 20 dicembre 2007
Il tempo ( simposio filosofico delle classi V)
- C'è un tempo oggettivo e un tempo soggettivo.
- Il tempo è un viaggio. E' come una freccia quando non torna indietro.
- C'è un tempo diverso per morire.
- Il tempo non si ferma mai.
- Scorre più veloce o meno veloce, dipende dalla noia o dalla gioia che proviamo.
- A volte vorremmo tornare indietro per recuperare ciò che non abbiamo fatto
- Oppure per rivivere i momenti belli perchè non tornano più uguali.
- Il tempo, dunque, è prezioso perchè abbiamo un minuto per approfittarne.
- Dobbiamo cogliere l'attimo.
- A volte però vorremmo mandare il tempo in avanti ma poi quando ci arriviamo ce ne pentiamo.
- Come quando siamo piccoli vogliomo diventare grandi e i grandi vogliono tornare bambini.
- Anticipiamo le tappe della nostra vita e a 18 anni ci peserà forse.
- Ma una parte di noi resterà bambina per sempre.
- I sofferenti non vogliono avere tempo perchè non accettano i loro limiti.
- Bisogna gestire bene il Tempo-
- Il tempo è come il pastore con le sue pecore che ci controlla per farci stare in equilibrio.
- Il tempo ci domina perciò dobbiamo scegliere le priorità.
- C'è un tempo per ogni cosa.
- La vita è un tempo.
- Se riduciamo il tempo nei minimi termini tutte le cose occupano un tempo.
- Le mattonelle occupano un tempo.
- Le scarpe occupano un tempo.
- La carta ha un tempo che distrugge un altro tempo.
- Gli oggetti sono nel tempo.
La morte ha un tempo infinito
- Noi viviamo nel nostro tempo finito ch'è più breve.
- Il mio cane morto è finito trasformato nel tempo infinito
- Anche noi un giorno, chi prima chi dopo, ci uniremo a lui nel tempo infinito.
- Tutti ci uniremo agli altri nel tempo infinito.
giovedì 13 dicembre 2007
INCONTRI CON LA PAROLANo. 238 La sindrome del vetro affumicato(Giona 3, 1)
Il CERCHIO (Simposio filosofico degli alunni di classe V)
-Ha il raggio
-ha il diametro
-La circonferenza è un insieme di tanti puntini e da ogni punto parte il raggio verso il centro.
-Noi bambini stiamo in cerchio e siamo come i punti della circonferenza.
-Uniti in cerchio ci sentiamo vicini.
-Ci vogliamo bene.
-Stiamo in pace.
-Ognuno si sente libero di dire la sua.
-Tutti i pensieri si incontrano.
-Nessuno in cerchio si sente di dire bugie.
-Ognuno è al posto giusto.
-Noi disegnamo sempre dei cerchi perchè ci rilassa.
-Perchè è innato in noi.
-Perchè lo vediamo dappertutto e ci siamo abituati a vedere spesso questa forma. Anche il f rullatore gira in cerchio.
-Il cerchio ci rende liberi
-Ci mette a posto i pensieri quando siamo confusi.
- Ci rende sicuri e forti.
-Anche una crepa nel muro diventa un cerchio.
-Il cerchio ci aiuta a dialogare.
-Ci sono cerchi più importanti ed altri meno importanti, cerchi che aiutano e cerchi che fanno del male.
-Il dolore è a forma di cerchio a volte.
-I pensieri sono anche circolari.
- Il mondo è in cerchio.
-Quando i bambini fanno il girotondo sono in cerchio.