Sabato 17 maggio 2008 alle ore 18,30 presso la sala conferenze della Società di Mutuo Soccorso di Fossano (Via Roma 74) il Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo (CeSPeC) di Cuneo organizza una conferenza sul tema "Filosofia e terapia: un nuovo business?", rientrante nel progetto pluriennale "Pensiero in formazione... Linee di ricerca sperimentale a partire dalla filosofia per e con i bambini", realizzato con il sostegno della Fondazione CRT (progetto Alfieri) e della Fondazione CRF. Interverranno all'incontro il sociologo Alessandro Dal Lago (Università di Genova) e Antonio Cosentino (CRIF e Università della Calabria). Introduce Francesco Tomatis (Università di Salerno). L'ingresso è libero.La filosofia può curare? La lettura di un brano filosofico può servire per curare se stessi e gli altri? Si tratta di interrogativi che si vanno diffondendo negli ultimi anni a seguito della vasta diffusione delle pratiche filosofiche (consulenza filosofica, vacanze filosofiche, dialogo socratico, filosofia per e con i bambini, caffé filosofici). Il sociologo genovese Alessandro Dal Lago - autore del volume Il business del pensiero. La consulenza filosofica tra cura di Sé e terapia degli altri (manifestolibri, Roma 2007) che sarà presentato nel corso dell'incontro - si interroga con grande brillantezza intellettuale, e a tratti con funambolica ironia, sulla presenza, nelle nostre società "liquide" (e anche sulla rete in forme talora un po' surreali) di una crescente offerta di filosofia che finisce per coinvolgere e contagiare anche il mondo dell'impresa e del business. Naturalmente non si tratta della filosofia, intesa in senso dottrinale e dottrinario, così come essa continua ad essere seriosamente praticata nelle nostre Università e dall'altro delle cattedre, ma di quella filosofia come "cura del sé" o "stile di vita", di cui ha parlato lo storico Pierre Hadot, richiamando l'attualità del ruolo della filosofia e del filosofo nella tarda antichità greco-romana a partire dall'esempio di Socrate.Le pungenti osservazioni critiche di Dal Lago nei confronti di questo complessivo movimento, ma che si rivolgono anzitutto alla "consulenza filosofica" in senso stretto, si possono ricondurre ad alcuni elementi problematici del mondo delle pratiche, che possono valere come monito salutare e aiuto per chi si dedica con passione (e per lo più con sostanziale disinteresse) alla pratica della filosofia. La prima accusa è senz'altro quella di "spiritualismo" o di riduzione dell'esteriorità a mera appendice dell'interiorità: le pratiche costituirebbero infatti la riproposizione del socratismo del "conosci te stesso" nella sua rilettura tardo-antica e agostiniano-neoplatonica. In tal senso, la "filosofia" verrebbe interpretata in chiave irenica, ma a prezzo della rinuncia a una vocazione pubblica e politica della filosofia. In un'epoca, come quella odierna, di crisi e di riflusso dopo l'effervescenza degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, non sarebbe infatti più possibile per il filosofo - ma anche per l'intellettuale in genere - individuare forme efficaci e non compromissorie di lotta per la trasformazione dell'assetto del tardo-capitalismo della modernità globale. La filosofia si ridurrebbe pertanto ad aiutare un'umanità disorientata e segmentata a coltivare il piccolo orticello della cura di sé. Cosa non difficile in un mondo in cui tutti avvertirebbero il bisogno di aiuto e di sicurezza a diversi livelli e si sentirebbero più o meno "malati" o "bisognosi di consulenza" da parte di esperti più o meno accreditati. Un mondo impolitico e dominato dall'insicurezza in cui è già molto pensare anzitutto alla propria armonia interiore in perenne instabilità.La seconda accusa di Dal Lago è che tali strategie filosofiche di risposta alla metamorfosi dell'età globale verrebbero utilizzate, in forma più o meno consapevole, in chiave di auto-legittimazione, o comunque in chiave compensativa, da parte del capitalismo globale.In altri termini, si chiama il filosofo nell'ambito aziendale, in qualità di consulente, o di coach, per accrescere la produttività del "capitale umano" dell'impresa. In tal modo la funzione "critica" della filosofia andrebbe giocoforza perduta o verrebbe marginalizzata. Per non parlare del compiacimento dei leader globali impegnati in guerre di civiltà per una filosofia relegata negli interstizi del sé.Infine, se la filosofia entra nel mondo del business corre dunque naturalmente il rischio di farsi essa stessa business e di transitare rapidamente dal paradigma socratico a quello sofistico, per cui il consulente-filosofo venderebbe a caro prezzo il suo farmaco, ancor più indeterminato e di dubbia efficacia di altri.Nel corso della conferenza si avrà la possibilità di discutere di tali questioni, per verificare se le osservazioni critiche di Dal Lago colgano nel segno o non costituiscano invece una lettura parziale del vasto e articolato mondo delle pratiche filosofiche, nella loro ricchezza e differente articolazione. È vero che tutte le pratiche favoriscono una deriva interioristica o solipsistica e un ripiegamento su se stessi? Non potrebbero alcune tra esse - quale ad esempio la "Philosophy for Children" - costituire invece, sia pure in forma ambivalente, una risposta alla crisi della polis e un tentativo di ritessere la sfera pubblica pre-politica nella sua articolazione dialogica e intersoggettiva? Nella soluzione dei problemi globali, che non hanno mai risposte "locali" - come sostiene Ulrich Beck -, si può davvero prescindere dal faticoso ritrovamento di un'identità narrativa sul fondamento del dialogo con gli altri?I relatori Alessandro Dal Lago è professore di sociologia della cultura presso l'Università di Genova. Tra i suoi interessi di studio si contano, oltre ai temi classici del pensiero sociologico, anche questioni specifiche, quali le migrazioni, il multiculturalismo, la devianza e il suo controllo sociale e politico, lo sport, l'arte e la letteratura. Tra le sue pubblicazioni: Non-persone. L'esclusione dei migranti in una società globale, Feltrinelli, Milano 1999 (quinta ed. 2005); Giovani, stranieri & criminali, Manifestolibri, Roma 2001; (con E. Quadrelli) La città e le ombre. Crimini, criminali, cittadini, Feltrinelli, Milano 2003 (seconda ed. 2006); Polizia globale. Guerra e conflitti dopo l'11 settembre, Ombre corte, Verona 2003; (con S. Giordano) Mercanti d'aura. Logiche dell'arte contemporanea, Il Mulino, Bologna 2006; infine, Il business del pensiero. La consulenza filosofica tra cura di sé e terapia degli altri, Manifestolibri, Roma 2007.Antonio Cosentino è docente di filosofia nei licei e supervisore di tirocinio presso la SSIS dell'Università della Calabria. È uno dei più autorevoli esponenti del mondo delle pratiche filosofiche e della "Philosophy for Children" (P4C) in Italia. Ha pubblicato numerosi contributi su tematiche pedagogiche e sulla didattica della filosofia, tra cui Filosofia e formazione. 10 anni di Philosophy for children in Italia, 1991-2001, Liguori, 2002, Costruttivismo e formazione. Proposte per lo sviluppo della professionalità docente, Liguori, 2002, Pratica filosofica e professionalità riflessiva: un'esperienza
Solleviamoci, è ora
Noi siamo quelli
che se ne vanno
pieni di vento
e di sole
in deserti
affollati
di illusioni
e non tornano più
abbagliati
da spaccati di vita.
Siamo riflessi
di affetti
profondi.
Pensieri
di fresca rugiada
posata sulla notte
che non conosce
nuvole.
Siamo i sospesi
tra sogno e realtà,
quelli sul sottile confine
tracciato
dai meandri
dei desideri.
Siamo splendide bugie
di una terra
che fatica
ad alzarsi
sui marciapiedi
della vita.
Siamo polvere
di un tempo
inesorabile
che ci riporta
tra le caverne opache
dei ricordi.
Siamo l’urlo
di amici perduti
non ancora tornati,
che raccoglie
sogni lanciati
su nuvole rosa
gonfie di cuore
nel cielo sospeso
della gioventù.
Siamo parole
mai dette
intrappolate
tra i rami
scheggiati
di un inverno
che fatica
nel risveglio.
Siamo vita
che scoppia
nei focolai spenti
accesi dal giorno che nasce
a dispetto di tutto.
Preghiere
Strappate ai silenzi
concessi da un Dio
che non ama
piangersi addosso.
Siamo
l’andata e il ritorno
di noi stessi.
Solleviamoci.
E’ ora.
PAESE MIO
Paese mio
cinto a primavera
di riccioluti gorgheggi
affaccendati
come comari
nel via vai del giorno
ti vai combinando
tra nuvole ariose
all’orizzonte
e sogni fermi
dietro vetri antichi.
Tu non conosci gli anni.
Il tuo grembo
avrà sempre un vecchio
davanti ai tuoi tramonti
aggrappato
ai sapori di campagna
mentre torna stanco
con le zolle in mano
cantando
la fatica della terra.
E non conosci spazi.
Sei tutto lì
che vivi di germogli
seminati
nei cuori della gente
che s’adatta
all’ombra
dell’inverno
mentre fuori
è estate.
Per questo
non ti mancano
i sorrisi
strappati ai vicoli
intrecciati e bui
come strette di mano
nel bisogno
tra calde mura
di camini accesi.
Tra gli alberi d’ulivo
bagnati di sole
che lasciano un’impronta
tra le rughe
dei ricordi
che strada voltando
riporta
inesorabilmente
a te.
mostra di poesie
martedì 17 giugno 2008
Filosofia e terapia: nuovo business?
Sabato 17 maggio 2008 alle ore 18,30 presso la sala conferenze della Società di Mutuo Soccorso di Fossano (Via Roma 74) il Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo (CeSPeC) di Cuneo organizza una conferenza sul tema "Filosofia e terapia: un nuovo business?", rientrante nel progetto pluriennale "Pensiero in formazione... Linee di ricerca sperimentale a partire dalla filosofia per e con i bambini", realizzato con il sostegno della Fondazione CRT (progetto Alfieri) e della Fondazione CRF. Interverranno all'incontro il sociologo Alessandro Dal Lago (Università di Genova) e Antonio Cosentino (CRIF e Università della Calabria). Introduce Francesco Tomatis (Università di Salerno). L'ingresso è libero.La filosofia può curare? La lettura di un brano filosofico può servire per curare se stessi e gli altri? Si tratta di interrogativi che si vanno diffondendo negli ultimi anni a seguito della vasta diffusione delle pratiche filosofiche (consulenza filosofica, vacanze filosofiche, dialogo socratico, filosofia per e con i bambini, caffé filosofici). Il sociologo genovese Alessandro Dal Lago - autore del volume Il business del pensiero. La consulenza filosofica tra cura di Sé e terapia degli altri (manifestolibri, Roma 2007) che sarà presentato nel corso dell'incontro - si interroga con grande brillantezza intellettuale, e a tratti con funambolica ironia, sulla presenza, nelle nostre società "liquide" (e anche sulla rete in forme talora un po' surreali) di una crescente offerta di filosofia che finisce per coinvolgere e contagiare anche il mondo dell'impresa e del business. Naturalmente non si tratta della filosofia, intesa in senso dottrinale e dottrinario, così come essa continua ad essere seriosamente praticata nelle nostre Università e dall'altro delle cattedre, ma di quella filosofia come "cura del sé" o "stile di vita", di cui ha parlato lo storico Pierre Hadot, richiamando l'attualità del ruolo della filosofia e del filosofo nella tarda antichità greco-romana a partire dall'esempio di Socrate.Le pungenti osservazioni critiche di Dal Lago nei confronti di questo complessivo movimento, ma che si rivolgono anzitutto alla "consulenza filosofica" in senso stretto, si possono ricondurre ad alcuni elementi problematici del mondo delle pratiche, che possono valere come monito salutare e aiuto per chi si dedica con passione (e per lo più con sostanziale disinteresse) alla pratica della filosofia. La prima accusa è senz'altro quella di "spiritualismo" o di riduzione dell'esteriorità a mera appendice dell'interiorità: le pratiche costituirebbero infatti la riproposizione del socratismo del "conosci te stesso" nella sua rilettura tardo-antica e agostiniano-neoplatonica. In tal senso, la "filosofia" verrebbe interpretata in chiave irenica, ma a prezzo della rinuncia a una vocazione pubblica e politica della filosofia. In un'epoca, come quella odierna, di crisi e di riflusso dopo l'effervescenza degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, non sarebbe infatti più possibile per il filosofo - ma anche per l'intellettuale in genere - individuare forme efficaci e non compromissorie di lotta per la trasformazione dell'assetto del tardo-capitalismo della modernità globale. La filosofia si ridurrebbe pertanto ad aiutare un'umanità disorientata e segmentata a coltivare il piccolo orticello della cura di sé. Cosa non difficile in un mondo in cui tutti avvertirebbero il bisogno di aiuto e di sicurezza a diversi livelli e si sentirebbero più o meno "malati" o "bisognosi di consulenza" da parte di esperti più o meno accreditati. Un mondo impolitico e dominato dall'insicurezza in cui è già molto pensare anzitutto alla propria armonia interiore in perenne instabilità.La seconda accusa di Dal Lago è che tali strategie filosofiche di risposta alla metamorfosi dell'età globale verrebbero utilizzate, in forma più o meno consapevole, in chiave di auto-legittimazione, o comunque in chiave compensativa, da parte del capitalismo globale.In altri termini, si chiama il filosofo nell'ambito aziendale, in qualità di consulente, o di coach, per accrescere la produttività del "capitale umano" dell'impresa. In tal modo la funzione "critica" della filosofia andrebbe giocoforza perduta o verrebbe marginalizzata. Per non parlare del compiacimento dei leader globali impegnati in guerre di civiltà per una filosofia relegata negli interstizi del sé.Infine, se la filosofia entra nel mondo del business corre dunque naturalmente il rischio di farsi essa stessa business e di transitare rapidamente dal paradigma socratico a quello sofistico, per cui il consulente-filosofo venderebbe a caro prezzo il suo farmaco, ancor più indeterminato e di dubbia efficacia di altri.Nel corso della conferenza si avrà la possibilità di discutere di tali questioni, per verificare se le osservazioni critiche di Dal Lago colgano nel segno o non costituiscano invece una lettura parziale del vasto e articolato mondo delle pratiche filosofiche, nella loro ricchezza e differente articolazione. È vero che tutte le pratiche favoriscono una deriva interioristica o solipsistica e un ripiegamento su se stessi? Non potrebbero alcune tra esse - quale ad esempio la "Philosophy for Children" - costituire invece, sia pure in forma ambivalente, una risposta alla crisi della polis e un tentativo di ritessere la sfera pubblica pre-politica nella sua articolazione dialogica e intersoggettiva? Nella soluzione dei problemi globali, che non hanno mai risposte "locali" - come sostiene Ulrich Beck -, si può davvero prescindere dal faticoso ritrovamento di un'identità narrativa sul fondamento del dialogo con gli altri?I relatori Alessandro Dal Lago è professore di sociologia della cultura presso l'Università di Genova. Tra i suoi interessi di studio si contano, oltre ai temi classici del pensiero sociologico, anche questioni specifiche, quali le migrazioni, il multiculturalismo, la devianza e il suo controllo sociale e politico, lo sport, l'arte e la letteratura. Tra le sue pubblicazioni: Non-persone. L'esclusione dei migranti in una società globale, Feltrinelli, Milano 1999 (quinta ed. 2005); Giovani, stranieri & criminali, Manifestolibri, Roma 2001; (con E. Quadrelli) La città e le ombre. Crimini, criminali, cittadini, Feltrinelli, Milano 2003 (seconda ed. 2006); Polizia globale. Guerra e conflitti dopo l'11 settembre, Ombre corte, Verona 2003; (con S. Giordano) Mercanti d'aura. Logiche dell'arte contemporanea, Il Mulino, Bologna 2006; infine, Il business del pensiero. La consulenza filosofica tra cura di sé e terapia degli altri, Manifestolibri, Roma 2007.Antonio Cosentino è docente di filosofia nei licei e supervisore di tirocinio presso la SSIS dell'Università della Calabria. È uno dei più autorevoli esponenti del mondo delle pratiche filosofiche e della "Philosophy for Children" (P4C) in Italia. Ha pubblicato numerosi contributi su tematiche pedagogiche e sulla didattica della filosofia, tra cui Filosofia e formazione. 10 anni di Philosophy for children in Italia, 1991-2001, Liguori, 2002, Costruttivismo e formazione. Proposte per lo sviluppo della professionalità docente, Liguori, 2002, Pratica filosofica e professionalità riflessiva: un'esperienza