Anno accademico 2007 / 2008, giovedì 15 maggio 2008 alle ore 16 presso Scuola secondaria di primo grado, dell'Istituto Comprensivo di Feroleto, la professoressa Maria Lupia ha trattato il tema della filosofia per bambini. . -“Oggi viviamo in un tempo difficile per gli insegnanti per i genitori perché i rischi sono tantissimi” - questa la premessa nell’incontro coi rappresentanti dei genitori dell’Istituto Comprensivo di Feroleto per presentare il percorso innovativo della Philosophy for Children che diventa anche for Community illustrando i vantaggi e i benefici che i figli ne possono avere. Il percorso che dovrà iniziare nel prossimo anno scolastico, tenderà a far comprendere concretamente come la famiglia, un sistema aperto come tutti i sistemi interattivi che funziona in riferimento al suo contesto socio-culturale, e che, come ogni altro sistema, si evolve nell’arco della sua vita, agisca secondo particolari regole di funzionamento. Viene proposto quindi il tema della comunicazione educativa per la costruzione di una positiva relazione interpersonale. Vengono illustrati i vari stili educativi, verificandone gli obiettivi e gli effetti: l’intento è quello di rinforzare gli interventi che si realizzano quando un genitore, sicuro contenitore affettivo e in possesso delle necessarie competenze educative di guida, svolge responsabilmente funzioni orientative e regolative, che vengono accolte con fiducia e consapevolezza dal figlio. L’adolescenza è indubbiamente un’età di profondo cambiamento, se non addirittura di sconvolgimento psichico e fisico. I genitori sono chiamati al compito difficile e affascinante di accompagnare il figlio adolescente in questo percorso verso l’età adulta. Conoscerlo, conoscere le problematiche di questa età, i fenomeni e le difficoltà che caratterizzano al nostro tempo i comportamenti adolescenziali significa consapevolezza e capacità di essere presenze educative primarie adeguate. La P4Community s’inserisce nella realtà della P4Children, che rappresenta una delle più importanti esperienze pedagogiche e filosofiche contemporanee. La P4C è un movimento educativo di dimensioni mondiali, praticata in moltissimi paesi del mondo, nata negli anni 70, grazie al lavoro di Matthew Lipman, docente di Filosofia e Logica presso la Columbia University di New York Lipman rimase colpito dalle scarse capacità di ragionamento logico e critico dei suoi studenti universitari e concepì l'idea che un esercizio precocedel pensiero filosofico fosse necessario per creare tali capacitàLa P4C, come progetto educativo, muove dal presupposto che la filosofia, o meglio il “filosofare”, detenga un valore formativo, poiché coniuga teoria e pratica, pensiero e azione, visione del mondo ed esperienza, in un unicum che costituisce la realtà dell’individuo. La P4C non insegna la filosofia intesa come storia del sapere e trasmissione dello stesso, ma insegna il “filosofare” , “il pensare su…”, le abilità generali di ragionamento che ogni bambino deve possedere per accedere al senso del proprio mondo.Nella sua essenza pratica, dinamica, accrescitiva e riflessiva l’inserimento del laboratorio di P4 Community nella “Scuola dei Genitori”, in modo alternato alla relazione frontale porta benefici trasversali. Questo metodo permette al genitore di “filosofare” già dai primi incontri e permette alla Community di immergersi nelle problematiche del proprio vissuto e della propria crescita, affrontando in libertà e in un contesto accogliente e di reciproco aiuto i vari temi emersi nel corso delle conferenze, per sviluppare il pensiero critico in modo esperienziale e riorientare il proprio orizzonte di senso. Stare nella Comunità di Ricerca (CdR) significa partecipare in prima persona, assumersi la responsabilità del proprio pensiero, allenarsi all’ascolto e a volte al silenzio, co-costruire il pensiero a partire dalla propria esperienza, dalle proprie domande, dalle certezze nella consapevolezza che attraverso il dialogo, il confronto si possa giungere alla risoluzione di un problema, alla possibilità di modificare, trasformare, inventare concetti che siano un nuovo spazio contesto-pretesto di ricerca euristica. Hegel considera frutto di pigrizia mentale l’atteggiamento di chi in nome del buon senso si ferma alla superficie delle cose senza rendersi conto che la verità non è parzialità ma interezza e che la realtà è complessa, contraddittoria, dialettica e perciò per capire le sconvolgenti novità della nostra età si debbano adoperare strumenti concettuali sempre più nuovi più completi e ricchi. “Non abbiamo quel senso minimo di sicurezza,tutto ciò che intraprendiamo è sempre a rischio, anche per chi viene a scuola, che entri ed esca senza le nozioni fondamentali che si deve sapere, tanto è vero che in questo momento così frastornato in cui da anni gli insegnanti stanno ricevendo tanti di quegli stimoli dal ministero la scuola è diventata un proiettificio e i progetti sfornati vanno ad infiacchire l’impianto forte della scuola. Il leggere, scrivere e far di conto, che sono le abilità fondamentali, vengono indebolite e allora è arrivato il momento che i dirigenti e gli insegnanti debbano essere consapevoli di ciò che serve veramente, senza bisogno di apparire, con una serie di passerelle sulle quali facciamo posa e non sempre le manifestazioni sono la dimostrazione che quello che la scuola fa ha qualità;ora è bene che tutti imparino a distinguere ciò ch’è importante da ciò che non è significativo. Se è vero che la scuola ha manifestato delle debolezze sui saperi di base è altrettanto vero che c’è bisogno di sostenerli in modo forte. A monte ci deve essere la capacità di ragionare. Se un alunno sa ragionare e riflettere non avrà problemi in nessuna disciplina perché capirà le competenze trasversali che sono alla base dell’acquisizione di tutti i saperi se si sa ragionare e si affronta la scuola con capacità di riflettere su ciò che si fa e si vive non dovrebbero esserci le difficoltà così come sono. Succede intanto che la scuola è impostata su un fare un po’ noioso, standardizzato e uniforme che si ripete, senza acquisire quella consapevolezza tanto più forte quanto più si esercita in varie forme di laboratorio del fare e del pensare insieme. La filosofia è quella dei filosofi o quella che possiamo fare noi usando lo strumento principale del pensiero? La mono deve essere una mano sapiente, la mente una mente abile, non più separazione tra mente e mano. Dobbiamo recuperare l’Homo Habilis non solo intendendo abilità come l’esercizio della mano ma come capacità di individuare i problem - solving, affinchè tutta la realtà, così come lo siamo noi, non diventi estranea a noi. La filosofia per bambini aiuta molto a diventare padroni di sé, del proprio pensiero, del proprio modo di parlare e di agire in modo da problematizzare dove gli altri non problematizzano. Cosicché l’accostamento alle discipline non sarà mera trasmissione ma assimilazione, tesoro con la possibilità di strutturare un nuovo sapere per avere un approccio con la realtà più costruttivo per diventare colui che nel presente genera nuovi saperi. Laddove è stato realizzato il Progetto e dura da anni la realtà è cambiata tanto perché gli insegnanti hanno imparato ad essere più innovatori più motivati e responsabili, e vedono come nascono i pensieri grandi e intelligenti nella mente dei bambini con gioia immensa. Siamo abituati a realtà litigiose e volgari e perché l’educazione abbia la meglio e si educhi istruendo bisogna essere seri e offrire la nostra testimonianza. Non è un progetto extracurriculare ma un percorso curriculare di un’ora settimanale che nulla toglie ma potenzia i saperi di base . E’ difficile ascoltare veramente l’altro, significa mettere tra parentesi tutto ciò che siamo per calarsi nella dimensione dell’altro, riuscire a mettersi nell’empatia o enteropatia senza cambiare se stessi, capire le ragioni per le quali l’altro parla. Il facilitatore facendo venir fuori le idee usa la tecnica del rispecchiamento (è questo che vuoi dire? )un pensiero- altro che serve a stimolare questa ginnastica mentale che non è solo un fatto mentale e fisico ma che coinvolge la persona nel suo essere globalmente inteso e che genera una capacità trasformativa della persona ponendola in una dimensione più autentica nei rapporti con gli altri e con se stessi e certamente più produttiva sul versante dell’acquisizione del miglioramento nelle competenze che deve acquisire come Homo Sapiens Sapiens tremendamente avanzato dove non ha più spazio per essere un omuncolo, un uomo che ha superato i confini di vita tutto si è ampliato. Dobbiamo essere pronti ad apprendere sempre.”
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