Solleviamoci, è ora
Noi siamo quelli
che se ne vanno
pieni di vento
e di sole
in deserti
affollati
di illusioni
e non tornano più
abbagliati
da spaccati di vita.
Siamo riflessi
di affetti
profondi.
Pensieri
di fresca rugiada
posata sulla notte
che non conosce
nuvole.
Siamo i sospesi
tra sogno e realtà,
quelli sul sottile confine
tracciato
dai meandri
dei desideri.
Siamo splendide bugie
di una terra
che fatica
ad alzarsi
sui marciapiedi
della vita.
Siamo polvere
di un tempo
inesorabile
che ci riporta
tra le caverne opache
dei ricordi.
Siamo l’urlo
di amici perduti
non ancora tornati,
che raccoglie
sogni lanciati
su nuvole rosa
gonfie di cuore
nel cielo sospeso
della gioventù.
Siamo parole
mai dette
intrappolate
tra i rami
scheggiati
di un inverno
che fatica
nel risveglio.
Siamo vita
che scoppia
nei focolai spenti
accesi dal giorno che nasce
a dispetto di tutto.
Preghiere
Strappate ai silenzi
concessi da un Dio
che non ama
piangersi addosso.
Siamo
l’andata e il ritorno
di noi stessi.
Solleviamoci.
E’ ora.
PAESE MIO
Paese mio
cinto a primavera
di riccioluti gorgheggi
affaccendati
come comari
nel via vai del giorno
ti vai combinando
tra nuvole ariose
all’orizzonte
e sogni fermi
dietro vetri antichi.
Tu non conosci gli anni.
Il tuo grembo
avrà sempre un vecchio
davanti ai tuoi tramonti
aggrappato
ai sapori di campagna
mentre torna stanco
con le zolle in mano
cantando
la fatica della terra.
E non conosci spazi.
Sei tutto lì
che vivi di germogli
seminati
nei cuori della gente
che s’adatta
all’ombra
dell’inverno
mentre fuori
è estate.
Per questo
non ti mancano
i sorrisi
strappati ai vicoli
intrecciati e bui
come strette di mano
nel bisogno
tra calde mura
di camini accesi.
Tra gli alberi d’ulivo
bagnati di sole
che lasciano un’impronta
tra le rughe
dei ricordi
che strada voltando
riporta
inesorabilmente
a te.
mostra di poesie
mercoledì 2 aprile 2008
CONOSCERE "FILOSOFICAMENTE"
Conoscere filosoficamente significa, in ogni problematica, porsi le domande che vanno agli aspetti più radicali e originari, coltivando le caratteristiche essenziali della criticità e della consapevolezza.
Si caratterizza quindi
- per la libertà dalla schiavitù dell’abitudine, del pregiudizio, della tradizione supinamente accettata (la tradizione in sé e per sé, e anche le abitudini possono aiutarci ad agire speditamente, a non dover ricominciare sempre da capo, ad essere previamente garantiti e orientati nel valutare e nel procedere), dalle affermazioni “dogmatiche” ingiustificate, assolutizzazioni ideologiche, dal puro egoismo;
- per il desiderio incessante di ricercare, esaminare, approfondire, selezionare, sintetizzare, essere logici e consequenziali;
- per la vigile ricerca nel cogliere la reale portata dei problemi, nel maturare l’importanza delle idee e della cultura per “osservare” bene la realtà in cui viviamo, diagnosticarne i mali, indirizzarne il cammino verso un futuro più “a misura d’uomo”.
Nella sua accezione più generale il desiderio di sapienza, la conoscenza filosofica, può intendersi dunque come - ricerca dei fondamenti dell’esperienza, - scoperta di una possibile realtà fondante gli accadimenti, - fondazione della inconfutabilità della conoscibilità del reale, - fondazione dell’agire.
Per questo nella sua definizione più generale la filosofia si pone come scienza che indaga sulle cause prime (dal punto di vista ontologico) e ultime (dal punto di vista gnoseologico) della realtà.
La filosofia potrebbe dunque essere definita, in modo più articolato, come:
- un “andare al di là” - che è al tempo stesso un andare “andare al fondo” - dell’orizzonte del quotidiano…
- che si attua mediante la ricerca razionale della verità…
- … dell’intero, vale a dire dell’ente in quanto ente e di ciò che, per il suo rapporto all’ente, costituisce una totalità…
- … così da consentire all’uomo di comprendere il senso della propria vita e di orientare le proprie scelte pratiche.
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