Blog informativo sulla P4C

( philosophy for children)

di Lipman

Quando la filosofia dipinge il suo grigio su grigio, allora una figura della vita è invecchiata, e con grigio su grigio essa non si lascia ringiovanire, ma soltanto conoscere; la nottola di Minerva inizia il suo volo soltanto sul far del crepuscolo.


La parola "filosofia" ha come nella sua radice il significato "far crescere". Infatti, c'è solo una cosa che sa stupire e conquistare il nostro cuore: la parola di chi non si limita a inanellare frasi sensate e ben tornite, ma di chi ci porta più in alto o più in profondità.

Che cos'è la filosofia?

“La filosofia è la palingenesi obliterante dell'io subcosciente che si infutura nell'archetipo dell'antropomorfismo universale. “(Ignoto)

Perché la filosofia spiegata ai ragazzi?

I bambini imparano a conoscere e a gestire i propri ed altrui processi emozionali, affettivi e volitivi: imparano a conoscere se stessi e a relazionarsi con gli altri. Una scuola che intende fornire esperienze concrete e apprendimenti significativi, dove si vive in un clima carico di curiosità, affettività, giocosità e comunicazione, non può prescindere dal garantire una relazione umana significativa fra e con gli adulti di riferimento. Questa Scuola ad alto contenuto educativo, non può cadere nel terribile errore di preconizzare gli apprendimenti formali, errore spesso commesso dagli insegnanti che sono più attenti a formare un “bambino-campione”, piuttosto che un bambino sicuro e forte nell'affrontare la vita, o ancora un bambino che abbia acquisito la stima di sé, la fiducia nelle proprie capacità e la motivazione al passaggio dalla curiosità, caratterizzante la Scuola dell'Infanzia, alla ricerca. L'insegnante deve poter provare un “sentimento” per l'infanzia inteso come “sentire”, percepire e prendere consapevolezza dei bisogni reali, affettivi ed educativi propri del bambino che sono altro rispetto ai bisogni degli adulti. Il ruolo dei genitori, degli insegnanti è infatti quello di educare tutti e ciascuno alla consapevolezza di ciò che il bambino “sente” emotivamente e affettivamente, perché è proprio il passaggio dal sentire all'agire che consentirà al futuro uomo di compiere scelte autonome. Un compito importante dell'insegnante è quello di mediare i modi e i tempi di un dialogo strutturato su un piano paritario, in modo tale da consentire ad ogni interlocutore di far emergere il proprio pensiero e di metterlo in relazione con quello degli altri. E' una sfida, da parte dell'insegnate, a livello culturale, sociologica e civica ma che deve coinvolgere anche i più piccoli per dotarli di una propria capacità critica, che permetta loro di ragionare, di riflettere sulla realtà e di compiere in futuro scelte consapevoli Se la filosofia è "presa sul serio", se è misurata con i problemi reali, è davvero uno strumento di formazione della persona e di indirizzo della vita. La filosofia come felicità presente nell'attività del pensiero.

Incontrarsi è una grande avventura

“Non possiamo stare
e vivere da soli,
se così è,
la vita diventa
solitudine monotona.
Abbiamo bisogno dell’altro
per condividere sguardi
di albe e tramonti,
momenti di gioia e dolore.
Abbiamo bisogno dell’altro
che ci aiuta a vedere
e scoprire le cose che da soli
mai raggiungeremo.

Beati quelli che sono capaci
di correre il rischio dell’incontro,
permeandolo di affetto e passioni
che ci fanno sentire più persone
poiché così vivendo
anche gli scontri
saranno mezzi
di un vero incontro.”
(Testo di sr. Soeli Diogo).




Questo romanzo è rivolto, con la più grande speranza e fiducia, a tutte le persone di questa società e soprattutto a quei giovani che si muovono oggi, coi loro passi, senza esserne pienamente consapevoli, verso la scoperta della grande stanza di questo mondo poliedrico e complesso, dalle mille pareti ammaliatrici. Passi che, a dosi esagerate della conquista di una felicità che riempia la stanza del loro cuore, complementare a quella del mondo, lasciano dietro sé molte tracce superficiali che si spazzano via anche con il più debole vento della loro esistenza per poi trascinarli nel giogo del “vuoto”. Che questo romanzo “Un vuoto da decidere” sia loro di aiuto per guardare in faccia, riconoscere, combattere e vincere, con le sole armi dell’amore vero per se stessi e per il mondo, questa strana “malattia” dell’anima che colpisce chi non ha difese e che porta alla conquista di una libertà infedele e subdola.

Se la metto in pratica mi fa vivere tutta un'altra vita, straordinariamente più ricca di quella che avrei ideato fidandomi solo di me.

Solleviamoci, è ora

Noi siamo quelli
che se ne vanno
pieni di vento
e di sole
in deserti
affollati
di illusioni
e non tornano più
abbagliati
da spaccati di vita.

Siamo riflessi
di affetti
profondi.
Pensieri
di fresca rugiada
posata sulla notte
che non conosce
nuvole.

Siamo i sospesi
tra sogno e realtà,
quelli sul sottile confine
tracciato
dai meandri
dei desideri.

Siamo splendide bugie
di una terra
che fatica
ad alzarsi
sui marciapiedi
della vita.

Siamo polvere
di un tempo
inesorabile
che ci riporta
tra le caverne opache
dei ricordi.

Siamo l’urlo
di amici perduti
non ancora tornati,
che raccoglie
sogni lanciati
su nuvole rosa
gonfie di cuore
nel cielo sospeso
della gioventù.

Siamo parole
mai dette
intrappolate
tra i rami
scheggiati
di un inverno
che fatica
nel risveglio.

Siamo vita
che scoppia
nei focolai spenti
accesi dal giorno che nasce
a dispetto di tutto.

Preghiere
Strappate ai silenzi
concessi da un Dio
che non ama
piangersi addosso.

Siamo
l’andata e il ritorno
di noi stessi.

Solleviamoci.
E’ ora.

PAESE MIO

Paese mio
cinto a primavera
di riccioluti gorgheggi
affaccendati
come comari
nel via vai del giorno
ti vai combinando
tra nuvole ariose
all’orizzonte
e sogni fermi
dietro vetri antichi.

Tu non conosci gli anni.

Il tuo grembo
avrà sempre un vecchio
davanti ai tuoi tramonti
aggrappato
ai sapori di campagna
mentre torna stanco
con le zolle in mano
cantando
la fatica della terra.

E non conosci spazi.

Sei tutto lì
che vivi di germogli
seminati
nei cuori della gente
che s’adatta
all’ombra
dell’inverno
mentre fuori
è estate.

Per questo
non ti mancano
i sorrisi
strappati ai vicoli
intrecciati e bui
come strette di mano
nel bisogno
tra calde mura
di camini accesi.


Tra gli alberi d’ulivo
bagnati di sole
che lasciano un’impronta
tra le rughe
dei ricordi

che strada voltando
riporta
inesorabilmente
a te.



mostra di poesie

mostra di poesie
Solleviamoci, è ora


martedì 28 agosto 2007

Pr.. FILOSOFIA ISTITUTO COMPRENSIVO FEROLETO


Indirizzo e-mail: filo-sophini.blogspot.com
“La filosofia è la palingenesi obliterante dell'io subcosciente che si infutura nell'archetipo dell'antropomorfismo universale. “(Ignoto)

“So di non sapere”



ISTITUTO COMPRENSIVO FEROLETO ANTICO
ANNO SCOLASTICO 2007/ 2008
Docente responsabile del Progetto: Sina Mazzei





“Quando la filosofia dipinge il suo grigio su grigio, allora una figura della vita è invecchiata, e con grigio su grigio essa non si lascia ringiovanire, ma soltanto conoscere; la nottola di Minerva inizia il suo volo soltanto sul far del crepuscolo.” (Hegel)
CHE COS'E' LA FILOSOFIA?
Il termine greco filosofo è stato forgiato in opposizione al termine sophòs. Esso sta a significare colui che ama la conoscenza. (Heidegger, "L'origine dell'opera d'arte")Si possono dire solo poche cose sulla filosofia: che il filosofo si riserva la possibilità di sbagliare. Questo coraggio dell’errore non significa solo che egli abbia il coraggio di sopportarlo, ma molto di più: il coraggio di ammetterlo…(M. Heidegger, Logica. Il problema della verità, Introduzione) L’emergenza della filosofia può essere interpretata come una risposta alla dissoluzione della società chiusa e delle sue credenze magiche...è il tentativo di sostituire una fede razionale, alla fede magica;. (Popper)L'attività filosofica ha un grande vantaggio rispetto a tutte le altre; non si ha cioè bisogno di un particolare strumento, nè di una sede particolare per esercitarla, ma in qualunque punto della terra uno si ponga all'opera con il pensiero, dovunque gli sarà allo stesso modo possibile afferrare la verità, come se essa fosse presente…(Aristotele, "Protreptico")Poiché la filosofia è quella che ci insegna a vivere, e poiché, come tutte le altre età, anche la fanciullezza trova in essa di che imparare, perché non le viene insegnata? (Michel de Montaigne, Saggi)La filosofia è una pratica, non una teoria: qualcosa che si fa, non qualcosa che si dice. (Ermanno Bencivenga)La filosofia è innanzitutto una forza di interrogazione e di riflessione che verte sui grandi problemi della conoscenza e della condizione umana. (Edgar Morin, La tete bien faite)La filosofia é come un albero , le cui radici sono la metafisica , il tronco é la fisica , i rami che spuntano dal tronco sono tutti le altre scienze , cioè la medicina , la meccanica e la morale. (Cartesio, Princìpi di filosofia)La filosofia è una cosa per spiriti forti. (Antonio Banfi)Filosofare è dare la ragione delle cose o per lo meno cercarla. (Denis Diderot)La filosofia non respinge nessuno e non fa speciali scelte: splende per tutti. (Seneca)La filosofia è una cosa troppo seria per essere lasciata ai soli filosofi. (John Wheeler)La filosofia è un organismo, le cui ossa sono costituite dalla logica, il sangue e la carne sono rappresentate dalla fisica e l’anima dall’etica. (Posidonio di Apamea)La filosofia è imparare a morire . (Platone, "Fedone")Un filosofo è un uomo che costantemente vive, vede, sente, intuisce, spera, sogna cose straordinarie; che viene colpito dai suoi propri pensieri come se venissero dall'esterno, da sopra e da sotto, come dalla sua specie di avvenimenti e di fulmini; che forse è lui stesso un temporale gravido di nuovi fulmini; (Nietzsche, "Al di là del bene e del male", § 292)La filosofia è scienza della verità. (Aristotele, Met,II,1,993b)La filosofia è un farmaco che cura le paure umane, mostrando come a) gli dèi non si curano del mondo; b) la morte non va temuta, perchè quando c'è lei non ci siamo noi e quando ci siamo noi non c'è lei; c) non si deve aver paura del dolore, perchè se é intenso é breve, se é lungo non é intenso; d) la facile raggiungibilità della felicità, che consiste nel piacere. (Epicureo).
Quando la filosofia dipinge il suo grigio su grigio, allora una figura della vita è invecchiata, e con grigio su grigio essa non si lascia ringiovanire, ma soltanto conoscere; la nottola di Minerva inizia il suo volo soltanto sul far del crepuscolo. (Hegel, "Lineamenti di filosofia del diritto" Prefazione)Discendiamo all'interno di noi stessi: più sarà profondo il punto a cui arriveremo, più forte sarà la spinta che ci farà risalire alla superficie. L'intuizione filosofica è questo contatto, la filosofia questo slancio. (Bergson)La filosofia è un orto in cui la logica costituisce le mura che demarcano i confini, la fisica rappresenta gli alberi che crescono nell’orto e l’etica costituisce i frutti che pendono dagli alberi. (Crisippo)Non importa quali metodi un filosofo possa usare, purché abbia un problema interessante e tenti sinceramente di risolverlo. (Popper)Fin tanto che esisterà un verbo "essere" che pare funzionare come i verbi "mangiare" e "bere", fin tanto che vi saranno aggettivi come "identico", "vero", "falso", "possibile", fin tanto che gli uomini parleranno di uno scorrere del tempo e dell’estensione dello spazio ecc.; fin tanto che si verificherà tutto ciò, gli uomini andranno a urtare contro le stesse noiose difficoltà e continueranno a guardare fisso qualcosa che nessuna spiegazione sembra in grado di eliminare. (Wittgenstein)La filosofia è una disposizione naturale dell'essere umano. Ogni bambino, dopo i sei anni, si chiede che cos'è la morte. (Gadamer) La La filosofia deve rispondere a queste tre domande: a) cosa posso conoscere? b) cosa posso fare? c) cosa posso sperare? (Kant)La filosofia ha il compito critico primario di far cadere ogni barriera fra i diversi campi della cultura e affermarsi come ricerca aperta e antidogmatica. (Enzo Paci)Tutti gli uomini sono filosofi, perché in un modo o nell’altro assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte. (Popper)
PREMESSA
“ Hume avrebbe detto che il bambino non è ancora diventato schiavo delle aspettative causate dall’abitudine. Il piccolo quindi è il più libero da pregiudizi, forse è addirittura il più grande filosofo: infatti non ha prevenzioni e questa è la virtù più alta della filosofia. Il bambino percepisce il mondo così com’è, senza aggiungere niente a ciò che vive.” (Dal MONDO DI SOPHIA) . Il bambino è un soggetto filosofico. Non nel senso che possa essere suscettibile di discorso filosofico (ogni cosa è tale), ma nel senso che il bambino, ne sia consapevole o no, genera discorsi filosofici. Egli è il vivente rovesciamento del discorso socratico sulla sapienza. Perché per Socrate il sapiente è chi sa di non sapere. Mentre il bambino è un sapiente che non sa di sapere. Egli domanda, osserva, afferma, racconta cose paradossali e stranianti che ci aprono mondi impensati o a cui avevamo cessato di pensare. Il bambino è un soggetto filosofico perché fa l’azione: domanda. E, domandando, rompe la crosta dell’ovvio. La sua domanda ci arriva dal mondo del possibile, da cui è mosso, di cui è il custode inconsapevole e che lo spingerà nella vita come un’energia invisibile che tende a un polo magnetico di cui è l’ago, il suo, e che mai avrà tutto il tempo e i modi per rivelarsi nella sua storia futura.
***
Del bambino, soggetto filosofico, l’adulto deve saper stare in ascolto. Perché non solo dobbiamo insegnare ai bambini, ma imparare dai bambini. Perché ci sono cose che noi possiamo fare per i bambini, ma ci sono cose che i bambini possono fare per noi. Stare in ascolto del bambino è riscoprire il possibile che avevamo dimenticato. Stare in ascolto delle domande del bambino è far entrare aria fresca nelle stanze chiuse delle nostre risposte senza domande. Stare in ascolto del bambino è farsi curare dalle domande grazie alle quali le nostre risposte erano le malattie. Stare in ascolto del bambino è scoprire la parte di noi che avevamo perduto e di cui abbiamo bisogno per salvarci. Stare in ascolto del bambino è la rivelazione del nostro partner invisibile, come in un desiderio sognato. Stare in ascolto del bambino è scoprire di che cosa sentivamo il bisogno senza sapergli dare il nome. Stare in ascolto del bambino è scoprire l’eros originario del rapporto col sé che è nell’altro e con l’altro che è in sé. Stare in ascolto del bambino è darsi alibi onorevoli per superare il pudore di essere ciò che dentro siamo restati. Stare in ascolto del bambino è riscoprire le domande che avremmo vergogna a riporci, se il bambino non ce ne restituisse il coraggio. Stare in ascolto del bambino è seguire con gli occhi un’eruzione originaria di cui avevamo perso la memoria e la forza. Stare in ascolto del bambino è scoprire la prossimità primitiva di emozione e pensiero. Stare in ascolto del bambino è fare filosofia. E non è solo filosofia coi bambini, ma filosofia dei bambini. Tre fasi:
Ascoltare il bambino – i bambini.
Capire che cosa egli ci dice, non sapendo di sapere.
Capire che cosa, nel momento in cui ce lo dice, esso significa per l’assetto dei saperi e della scuola, per il pensiero, per i valori, per tutti.
Attivare la ricerca di un significato attraverso la valorizzazione del dialogo in classe, implica anche tenere in considerazione la componente emotivo - affettiva, perché discutendo, i bambini mettono a nudo se stessi, infatti spesso portano nel gruppo paure, idee, emozioni e sentimenti vissuti in prima persona. I bambini imparano a conoscere e a gestire i propri ed altrui processi emozionali, affettivi e volitivi: imparano a conoscere se stessi e a relazionarsi con gli altri. Una scuola che intende fornire esperienze concrete e apprendimenti significativi, dove si vive in un clima carico di curiosità, affettività, giocosità e comunicazione, non può prescindere dal garantire una relazione umana significativa fra e con gli adulti di riferimento. Questa Scuola ad alto contenuto educativo, non può cadere nel terribile errore di preconizzare gli apprendimenti formali, errore spesso commesso dagli insegnanti che sono più attenti a formare un “bambino-campione”, piuttosto che un bambino sicuro e forte nell'affrontare la vita, o ancora un bambino che abbia acquisito la stima di sé, la fiducia nelle proprie capacità e la motivazione al passaggio dalla curiosità, caratterizzante la Scuola dell'Infanzia, alla ricerca. L'insegnante deve poter provare un “sentimento” per l'infanzia inteso come “sentire”, percepire e prendere consapevolezza dei bisogni reali, affettivi ed educativi propri del bambino che sono altro rispetto ai bisogni degli adulti. Il ruolo dei genitori, degli insegnanti è infatti quello di educare tutti e ciascuno alla consapevolezza di ciò che il bambino “sente” emotivamente e affettivamente, perché è proprio il passaggio dal sentire all'agire che consentirà al futuro uomo di compiere scelte autonome. L'atteggiamento empatico, sentire con il proprio animo il mondo interiore del bambino, denota una sensibilità eterocentrica determinata dal sistema di valori, sentimenti e bisogni dell'educatore. L'empatia è “un modo di essere” dell'insegnante, non una tecnica ma un atteggiamento, ,in parte proprio della personalità e in parte conseguenza di un processo di formazione che implica anche il cambiamento di sé. Un compito importante dell'insegnante è quello di mediare i modi e i tempi di un dialogo strutturato su un piano paritario, in modo tale da consentire ad ogni interlocutore di far emergere il proprio pensiero e di metterlo in relazione con quello degli altri. Il clima in cui avviene questo processo deve essere motivante per chi lo vive, sfruttando soprattutto la valenza educativa del gioco e prevedendo l'integrazione di aspetti cognitivi, affettivi e relazionali. E' una sfida, da parte dell'insegnate, a livello culturale, sociologica e civica ma che deve coinvolgere anche i più piccoli per dotarli di una propria capacità critica, che permetta loro di ragionare, di riflettere sulla realtà e di compiere in futuro scelte consapevoli Se la filosofia è "presa sul serio", se è misurata con i problemi reali, è davvero uno strumento di formazione della persona e di indirizzo della vita. La domanda sulla natura umana nasce dalla constatazione che le persone con cui l'insegnante compie il suo lavoro filosofico usano, ad un livello non strutturato né consapevole di sé, una serie di strumenti assolutamente analoghi a quelli utilizzati dai filosofi. Usano la metafora, il dubbio, la dialettica, usano il ragionamento induttivo e deduttivo, lavorano a tutti i livelli sulla loro esperienza, e così via. Il dialogo è dunque possibile, ma perché sia formativo questi strumenti devono divenire strutturati e soprattutto consapevoli di sé, anche da un punto di vista tecnico ed analitico. La filosofia come felicità presente nell'attività del pensiero e come condizione di un agire felice. Fare della filosofia con i bambini è, come direbbe André Comte-Sponville, insegnare al bambino "a pensare la propria vita e a vivere il proprio pensiero": tuttavia, la parola "felicità" non è più di moda. Ci sono delle mode anche nelle parole e queste mode traducono evidentemente lo stato di un pensiero, di una società, di una civiltà. La parola felicità oggi è assimilata alla assenza assoluta di sofferenza, alla beatitudine mentre essa non significa uno stato permanente ma un rapporto di sé con sé, un'intelligenza di sé, una fedeltà a sé stessi. Fedeltà, dunque, oppure ritrovarsi o piuttosto trovarsi. E, in effetti, si tratta di aiutare il bambino a scoprirsi, a crearsi, a costruirsi un'identità, ad amare un'identità. I bambini interrogano il mondo molto precocemente, ed è qui il punto di partenza della pratica filosofica. Il metodo della filosofia con i bambini prende le mosse da questo interrogare per iniziare con loro questo percorso. Si tratta, quindi, di non scansare queste domande. La filosofia è intesa qui come questione, e non come sapere, che accompagna la meraviglia e lo stupore di fronte al mondo. Un corso di filosofia con i bambini non sarà un luogo nel quale si espone la teoria platonica ma un luogo dove li si impegna a porre le loro domande, a svilupparle ed a riferirle al mondo risvegliando in noi l'assurdo che noi temiamo di trasmettergli. Noi insegnanti non rispondiamo ai problemi che il bambino ci pone e tergiversiamo attraverso un percorso scolastico che fornisce risposte a domande che egli non si è mai posto ( la capitale del Guatemala, l'area del triangolo). Queste risposte egli le deve memorizzare anche se lo interessano poco. Ma le domande fondamentali sulla vita, morte, amore, sofferenza, restano senza risposte, senza sviluppi. Noi blocchiamo questi interrogativi, e a poco a poco il bambino finisce di porli e di ripeterli dentro la propria testa. Egli non pensa più e si chiude in un non interesse per il mondo dal momento che questo non lo comprende. Non lo si è aiutato a dare un senso alla propria esperienza quotidiana, in particolare all'esperienza scolastica, e un senso alla propria vita. L'impulso intrinseco per ognuno a pensare può dispiegarsi liberamente con la conseguente liberazione dell'immaginazione e della stima di sé. Questo implica che il clima generale della classe sia impregnato di fiducia, di rispetto e di tolleranza. Ciascuno dei partecipanti concepirà il mondo come un luogo dove lui ha un posto, un ruolo da giocare sia per i suoi pensieri che per i suoi atti. In questo modo si cancella quella pratica del dibattito-scontro dove ognuno ha bisogno di avere ragione, di portare l'altro sul proprio terreno al fine di una vittoria senza profondità. La filosofia con i bambini ha un significato ed una prospettiva profondamente politica: permettere alla prossima generazione di impegnarsi in un processo veramente democratico. E' una educazione alla democrazia e per la democrazia. Questa non si riduce al potere di scelta della maggioranza ma costituisce il luogo in cui tali scelte possono sempre essere rimesse in discussione da un piazza formata dalle posizioni minoritarie e individuali. “
La filosofia è un dispositivo per muoversi nel mondo, uno strumento di vita quindi dell’educazione ed è multidimensionale, infatti abbraccia la dimensione:
-esistenziale(identità personale),
-metadisciplinare(collante tra le varie discipline),
-metacognitiva(riflette sui processi del pensiero),
-etica ed estetica (sul comportamento)
-dialettica (ricerca il confronto dove c’è controversia),
-dialogica(ottimizzazione dello scambio),
-argomentativa (persegue la ragionevolezza)
Nella nostra scuola la filosofia progettuale è stata largamente condivisa; il progetto che si metterà in atto avrà durata pluriennale, è esteso alla quasi totalità delle classi/sezioni ed in essi le insegnanti trovano lo spazio per applicare le strategie educativo/didattiche più coerenti con gli stili di apprendimento degli alunni. Le dinamiche che sottendono la realizzazione del progetto consentono inoltre l’instaurarsi di un clima relazionale particolarmente favorevole e non escludono la partecipazione delle famiglie sia in fase progettuale che in fase attuativa.Il piano delle attività didattiche comprende:1) I curricoli disciplinari2) L’utilizzo delle contemporaneità3) I progetti di sostegno e potenziamento4) I progetti di arricchimento dell’offerta formativa5) Le visite guidate e i viaggi di istruzione.Gli alunni in disagio, seguiti dall’insegnante di sostegno in piccoli gruppi, trovano in tutto il gruppo docente l’impegno nella ricerca delle migliori strategie per l’ apprendimento e l’inserimento nella classe.


Limiti della conoscenza: l'errore e l'illusione
La conoscenza non può essere considerata come uno strumento pronto all'uso, che si può utilizzare senza conoscerne la natura. La conoscenza della conoscenza deve essere assunta come necessità prioritaria per educare i giovani ad affrontare i rischi di errore e di illusione che insidiano costantemente la mente umana.
Educare ad un sapere "pertinente"
E' necessario sviluppare l'attitudine naturale della mente umana a situare tutte le informazioni in un contesto e in un insieme. Occorre insegnare metodi che permettano di cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche tra le parti entro un mondo complesso.

Insegnare la condizione umana
L'essere umano è un insieme fisico, biologico, culturale, sociale, storico. L'insegnamento delle singole discipline tende a disintegrare questa unità complessa della natura umana, al punto che è diventato impossibile apprendere il senso dell'essere uomini. Bisogna ricomporre questa unità, in modo che ciascuno abbia conoscenza e consapevolezza della propria identità complessa e dell'identità che lo accomuna a tutti gli altri esseri umani.


Educare all'identità "terrestre"
Il destino ormai planetario del genere umano è un'altra realtà fondamentale ignorata dall'insegnamento. La conoscenza degli sviluppi dell'era planetaria che avranno luogo nel XXI secolo e la coscienza dell'identità "terrestre", che sarà sempre più indispensabile a ciascuno e a tutti, devono diventare obiettivi fondamentali dell'insegnamento.
Educare ad affrontare l'imprevisto
Si dovranno insegnare alcune strategie che permettano di affrontare i rischi, l'imprevisto e l'incerto, e di modificarne lo sviluppo, in virtù delle informazioni che man mano si acquisiscono. Bisogna imparare a navigare in un oceano di incertezze fra alcuni arcipelaghi di certezze.
Educare alla comprensione
La comprensione è a un tempo mezzo e fine della comunicazione umana. La mutua comprensione fra gli uomini, vicini a noi o a noi estranei, è oggi vitale per far uscire le relazioni umane dalla barbarie dell'incomprensione. E' necessario studiare l'incomprensione, analizzarne le radici, le modalità di sviluppo, gli effetti. Esso costituirà anche una delle basi più solide per l'educazione alla pace



L'etica del genere umano

L'etica non potrà essere insegnata attraverso lezioni di morale. Dovrà essere sviluppata a partire dalla consapevolezza che l'uomo è a un tempo individuo, parte di una società, parte di una specie. Portiamo in ciascuno di noi questa triplice realtà. Così dovremo promuovere lo sviluppo congiunto dell'autonomia individuale, della partecipazione sociale e della coscienza di appartenere alla specie umana.

Tutto, grazie alla filosofia, ciò si traduce in
- comunione con la natura: corpo e spirito, conoscenza e linguaggio.
- sensibilità verso flora e fauna: verità e bellezza
- amore per l'allevamento di animali o la coltivazione di piante: necessità e libertà
- cura e interazione con creature viventi: vita e morte
apprezzamento dell'impatto della natura su di sé e di sé sulla natura: stabilità e cambiamento
Attualmente le nostre scuole offrono:
-Progetto accoglienza: favorisce l’inserimento del bambino nella scuola;- Progetto continuità: garantisce momenti forti di coordinamento per il passaggio alla scuola primaria; prevede momenti di raccordo con la scuola dell’infanzia e con la scuola media.- Progetto Ed. all’immagine
- Progetto Motoria
- Progetto Teatro
- Progetto ambiente: coinvolge tutte le classi, si pone come obiettivo il rispetto dell’ambiente attraverso la conoscenza dello stesso; si avvale di metodi di esplorazione e ricerca sul campo
- Progetto Musica:seguito da alcune classi; gestito dagli insegnanti: guida l’alunno a comprendere ed amare la musica nel suo rapporto con il corpo ed il movimento; promuove la familiarizzazione con il linguaggio specifico della musica;- Progetto artistico: prevede metodologie strettamente connesse alla manipolazione.- Progetti di modulo: ogni gruppo di classi propone e mette in atto progetti interni al modulo che nascono dalle esigenze delle classi, dalla programmazione e dai bisogni emersi in corso d’anno sia legati all’apprendimento che alla relazione. Tali progetti, redatti dalle docenti, vengono presentati nelle assemblee di classe. Visite guidate e viaggi di istruzione: anche allo scopo di perseguire concretamente le finalità indicate di consapevolezza di sé, di crescente autonomia e di capacità di rapportarsi con gli altri e l’ambiente, la scuola favorisce le visite e i viaggi di istruzione. Questi vengono adeguatamente preparati e sono attinenti gli argomenti affrontati, garantiti dalla prescritta sorveglianza e dal rispetto della normativa in materia di sicurezza.


LE CONVENZIONI
Potrebbero essere gli Enti locali
L’uso di Internet per l’autoaggiornamento o l’intervento di esperti esterni



• RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA
Scuola dell’infanziaACCOGLIENZA BAMBINI: per favorire un positivo inserimento sono previsti:- una visita dei genitori e del bambino a scuola;- un’assemblea per spiegare le norme relative al funzionamento della scuola;- un colloquio o questionario tesi a ricavare il maggior numero di informazioni sulla storia del bambino.ACCOGLIENZA e PARTECIPAZIONE dei GENITORI: per garantire continuità educativa, è filosofia della scuola dell’infanzia considerare le famiglie come risorsa, in quanto esse cooperano con le insegnanti alla formazione globale del bambino, pertanto sono previsti:- assemblee di sezione per fornire informazioni relative all’attività didattico-educativa in corso;- colloqui individuali, volti ad approfondire la conoscenza del bambino in contesti diversi da quello scolastico;- incontri con i genitori, concordati all’inizio dell’anno scolastico, in previsione di attività ed iniziative progettate a livello di intersezione.Le insegnanti sono inoltre disponibili ad incontrare le famiglie, su richiesta, in altri momenti dell’anno scolastico.
SCUOLA PRIMARIA
Il rapporto tra scuola e famiglia si attua secondo forme istituzionalizzate e non. Dal punto di vista istituzionale le insegnanti incontrano i genitori bimestralmente per colloqui individuali; in febbraio ed in giugno vengono consegnate le schede di valutazione; la consegna può essere preceduta da un’assemblea esplicativa e seguita da colloquio. Si vuole sottolineare in questa sede, che le valutazioni sono sempre redatte in un’ottica promozionale ed orientativa e si riferiscono ai processi personali di apprendimento dei singoli alunni. Nel corso dell’anno si tengono inoltre Consigli di interclasse con la presenza dei rappresentanti dei genitori, questi possono, se lo ritengono necessario, convocare un’assemblea dei genitori per raccogliere proposte e/o problematiche da riferire ed affrontare in sede di interclasse. Le insegnanti sono inoltre disponibili ad incontrare le famiglie, su richiesta, in altri momenti dell’anno scolastico.
• AUTOVALUTAZIONE DELLA SCUOLA
La scuola ritiene indispensabile la valutazione del Piano dell’Offerta Formativa, al fine di individuarne l’efficacia ed i risultati, sia in relazione all’insegnamento che all’apprendimento. I Consigli di Intersezione e di Interclasse confronteranno i risultati dei processi di apprendimento degli alunni e le modalità di lavoro seguite per lo svolgimento delle attività.





IL TERRITORIO
L’Istituto Comprensivo di Feroleto presenta le seguenti caratteristiche:-un territorio eterogeneo e frazionato;-una realtà economica articolata: tradizionale (agricoltura); moderna (piccola industria e artigianato); terziario avanzato;-strutture pubbliche innovative (biblioteca)-aree di elevato interesse naturalistico -scarsa presenza di associazioni di volontariato (educative-assistenziali, culturali).
-Ottima presenza di strutture sportive -una popolazione con livello culturale medio -inserimento recente e non molto diffuso di cittadini extracomunitari di etnie estremamente differenziate;
Il dissolversi dei valori tradizionali, unitamente all’imporsi dei nuovi saperi, ha determinato la necessità di proporre esperienze volte non solo all’istruzione della persona, ma anche alla sua formazione che non si esaurisce nel solo periodo scolastico. I cambiamenti e le complessità culturali, riscontrabili anche nel nostro territorio, richiedono cittadini più competenti, flessibili, autonomi, collaborativi e tolleranti. Le finalità del progetto sono protese verso la riduzione dei fenomeni di bullismo nelle scuole, la prevenzione dell’uso di droghe ed alcool, contro la massificazione delle idee dettate dai mass media, la dispersione scolastica e l’inserimento sociale.
• IL CLIMA EDUCATIVO
La scuola si propone di creare un clima sereno e cooperativo che si realizza: - nella cultura dell’ACCOGLIENZA intesa come accettazione, incoraggiamento, disponibilità a riflettere ed a prendere conoscenza delle proprie modalità di comunicazione e relazione anche non verbale;- nel gusto del FARE e dell’AGIRE favorendo l’attività autocostruttiva del bambino nello sviluppo delle proprie conoscenze;- nel piacere dell’ASCOLTO come rispetto dell’altro e mezzo di arricchimento;- nella proposta di percorsi che sostengano e sviluppino la MOTIVAZIONEall’apprendimento;- nel promuovere la CONTINUITA’ educativa attraverso momenti di raccordo tra i vari ordini di scuola, la famiglia ed il territorio;- nell’arrivare alla costruzione del metodo di studio ed alla metariflessione sui propri percorsi di apprendimento.






• PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA – PRIMARIA- DI PRIMO GRADO
ANNO SCOLASTICO 2007-2008


• LE FINALITA’ EDUCATIVE
La scuola ha fortemente risentito dei mutamenti sociali e, pur mantenendo alto il livello di scolarizzazione, ha dovuto prendere atto della scarsa convergenza tra i modelli proposti dall’Istituzione e i modelli assimilati dagli alunni attraverso i mass-media, oltre che delle difficoltà legate alla comunicazione tra scuola e famiglia. Alla luce del contesto sociale in cui sono inserite le scuole dell’Istituto Comprensivo di Feroleto si propone di caratterizzare l’offerta formativa impegnandosi a:
-promuovere negli alunni la consapevolezza di sé;-promuovere negli alunni una crescente autonomia personale, organizzativa, decisionale;-promuovere negli alunni il senso della responsabilità personale e collettiva;-promuovere negli alunni la capacità di rapportarsi in maniera corretta e collaborativa;-promuovere negli alunni la capacità di comprendere, accettare e valorizzare la diversità;-promuovere egli alunni la capacità di rapportarsi in maniera propositiva con l’ambiente circostante;-promuovere negli alunni l’apprendimento di conoscenze disciplinari;-promuovere negli alunni l’acquisizione di competenze specifiche;-favorire l’apprendimento in un clima relazionale positivo;-favorire negli alunni la formazione e lo sviluppo della capacità di analisi critica della realtà.



• I METODI
Le strategie da mettere in atto nelle nostre scuole, sono finalizzate al raggiungimento delle mete educative e, quindi, fanno riferimento alla centralità dell’alunno, tenendo conto delle sue tappe evolutive.
SCUOLA DELL’INFANZIAPartendo sempre dall’esperienza del bambino, si privilegiano i momenti di gioco, l’esplorazione e la ricerca ambientale ed il dialogo che stimolano la sua curiosità. Si utilizzano pertanto strumenti sia informali (materiali per la manipolazione), che strutturati (audiovisivi, giochi in scatola, libri).
SCUOLA PRIMARIALe metodologie seguite sono molteplici e tengono conto delle attività da svolgere e dei diversi modi di apprendere degli alunni.IL PROGETTO FORMATIVO INTEGRATO tiene in considerazione diversi ambiti di:-esperienze extra ed intra scolastiche;- interventi di esperti esterni per l’arricchimento dell’offerta formativa- apertura della scuola in orario extrascolastico per attività educative che la qualifichino come centro culturale “importante”- collaborazione con le famiglie e le agenzie educative e culturali del territorio.Pertanto si prevedono momenti di attività manipolative, conversazione, gioco, esplorazione e ricerca ambientale, lezione frontale e attività di laboratorio. Lo sviluppo della capacità relazionale, trasversale a tutte le attività, è favorito dalle diverse tipologie di gruppi di lavoro (gruppi misti, piccoli gruppi,semiclasse,coppie). Si utilizzano strumenti sia informali che strutturati (audiovisivi, computer).
LE MODALITA’ DI ORGANIZZAZIONE DEI GRUPPI DI APPRENDIMENTO tengono conto di:- insegnamento frontale come fonte di stimoli, riflessioni, proposte e dibattiti;- svolgimento di attività per piccoli gruppi di recupero, sostegno ed integrazione;- svolgimento di attività di laboratorio;- lavoro per semiclasse o per gruppi per l’analisi, l’approfondimento e la ricerca;- utilizzo delle nuove tecnologie come strumenti di apprendimento, supporto e scambio di esperienze;- svolgimento di attività di gioco, animazione e pratica sportiva.A supporto del P.O.F. il Collegio delle docenti ha nominato, per il corrente anno scolastico, le seguenti FUNZIONI STRUMENTALI: - Gestione del Piano dell’Offerta Formativa e Sostegno al Lavoro Docente- Sostegno al Lavoro Docente per l’utilizzo delle tecnologie informatiche e multimediali- Interventi e Servizi per gli studenti (Disagio, Handicap ed Intercultura)
















PROGETTO DI FILOSOFIA
FINALITA’
Sostenere il bambino nel suo processo di formazione attraverso l’esercizio critico del pensiero;
Sviluppare il pensiero complesso come unità articolata di pensiero logico, pensiero creativo e pensiero emotivo – relazionale con la conseguente formazione di attitudini , di atteggiamenti, di abilità mentali e di motivazioni;
coltivare le capacità di ragionamento;
maturare progressivamente la capacità di gestire le proprie emozioni e l’interazione sociale;
sviluppo del pensiero complesso come unità di pensiero critico, di pensiero creativo e di pensiero emotivo relazionale;
riflessione e cura dei "valori";
educazione alla legalità;
educazione alla convivenza democratica;
promozione del benessere psico- fisico;
acquisizione della capacità di affrontare in modo costruttivo difficoltà e/o emergenze in contesti diversi;
formazione di cittadini introspettivi, collaborativi e capaci di giudizio critico e di scelta responsabile.

OBIETTIVI DIDATTICI TRASVERSALI
confrontare ipotesi di interpretazione del mondo;
acquisire consapevolezza di sé e delle procedure(dell’agire);
sviluppare le capacità di attenzione e di riflessione;
interrogarsi e scoprire il senso delle cose e della vita;
promuovere il senso estetico;
abituare alla "cortesia "dei sensi.



per il raggiungimento di competenze basilari quali:
consapevolezza di sé e del proprio modo di pensare, di sentire, di agire;
conoscenza e uso consapevole di strategie di autoregolazione emotiva e sociale,
capacità di empatia, cooperazione e altruismo;

comprensione e rispetto di regole e norme comportamentali;
riconoscimento e assunzione di comportamenti accettabili in una data situazione;

capacità di utilizzare il pensiero complesso nell’esperienza quotidiana per interpretarla e gestirla con efficacia;
capacità di utilizzare il pensiero complesso come strumento di ricerca in contesti diversi;
capacità di attivare strategie operative differenti a seconda della situazione creatasi, tenendo conto che comportamenti adeguati e non possono influenzare l’intera situazione.

Prerequisiti
Rispettare le regole essenziali(chiedere la parola, aspettare il proprio turno, ascoltare gli altri, prestare attenzione alla lettura di un breve brano…)
Per la scuola materna e primo ciclo
Riconoscere evidenti somiglianze e differenze
Riconoscere il dentro – fuori a livello topologico
Conoscere il proprio corpo e saperlo utilizzare in situazioni espressive e comunicative.





OBIETTIVI DIDATTICI
rinforzare e sviluppare le funzioni cognitive:
abilità comunicativa verso se stessi e verso gli altri,
abilità di ragionamento(analogico, causale, relazionale, inferenziale – induttivo - deduttivo),
abilità di ricerca(osservazione , descrizione, narrazione),
abilità di traduzione(comprensione, ascolto, scrittura, rappresentazione grafica),
abilità di formazione concettuale (classificazione, definizione, seriazione, associazione, generalizzazione, esemplificazione),
disposizioni critiche(meravigliarsi, chiedere ragioni, giudicare facendo uso di criteri, porre domande…).
usare la creatività anche nella risoluzione di situazioni problematiche,
"pensare nelle discipline"(lingua, matematica, scienze, ecc;),
riconoscere parti–tutto e mezzi–fini.

CONTENUTI OBIETTIVI FORMATIVI DI FILOSOFIA PER BAMBINI

CONOSCENZE


1. Conosce l’importanza di riflettere, concettualizzare, problematizzare, argomentare su comportamenti che sono alla base della vita
2. Conosce l’importanza di mettere in atto comportamenti corretti
3. Conosce l’importanza di confrontare le opinioni degli altri per , eventualmente, rivedere le proprie.





ABILITA’

Logiche :
1. Sa ragionare e concettualizzare motivando i propri enunciati, fornendo una definizione essenziale ( es. cos’è un amico).
Etiche:
2. Sa mettere in atto comportamenti coerenti con le proprie idee.
Estetiche
3. Sa riconoscere il bello interiore, consapevole che il bello aiuta a vivere.
Socio-affettive:
4. Sa sviluppare il proprio pensiero con gli altri in rapporti affettivi e sociali armoniosi e costruttivi.
5. Sa concepire ed esternare delle idee personali,
senza paura e senza vergogna.


I contenuti sono ricavati, nella loro globalità, dalla lettura di testi - stimolo:
In ogni racconto saranno evidenziati temi/problematiche portanti, distinti per
a. scuola dell’infanzia e primo ciclo della scuola primaria:
la consapevolezza del sé, la paura di non sapere, egoismo/altruismo, la ragione/il torto,
il buono/cattivo, il giusto/sbagliato, la felicità, l’amicizia, la verità, le regole,
il grazioso e il bello, fare domande, essere d’accordo/dover ammettere, apparenza e realtà,
la solitudine/l’abbandono, parlare con se stessi:riflettere, la sicurezza/l’insicurezza,
il dovere, il ricordo/la mancanza, pensare/pensare bene, sogno/realtà, i sentimenti,
innocenza /colpevolezza;
b. secondo ciclo della scuola primaria, scuola di primo grado:
stupirsi/meravigliarsi, l’orgoglio, volere /potere, il dubbio, il pensiero:pensare/dover pensare, le attività del pensiero,pensare ed essere, le relazioni umane, lo scopo delle cose,il destino, "la diversità"fisica, la bellezza nel senso estetico ed etico,l’amicizia, la speranza,
l’origine del mondo/dei sentimenti /delle cose, la bontà / la cattiveria ,
il rapporto con gli animali , i sentimenti e gli animali, realtà ed apparenza, il sogno,
il diritto alla vita, la paura, spazio /tempo:i cambiamenti, il litigio, la giustizia/l’ingiustizia,
la fiducia in sé e negli altri.
METODOLOGIA
Come premessa necessaria per impegnare ed allargare il pensiero, saranno curati l’orientamento motivazionale e la predisposizione di un clima dialogico attraverso l’attivazione della comunità di ricerca.
Gli alunni saranno inoltre gradualmente allenati ed abituati a passare dall’osservazione esterna, determinata dai temi trattati, all’interiorità in una continua riflessione sul contrasto "dentro – fuori."
LA metodologia sarà liberamente ispirata ai curricoli della"Philosophy for children" di Lipman:
Lettura di un testo/stimolo;
formulazione di domande relative a :
a. problemi
b. suggestioni / temi emergenti dalla lettura;
redazione di un piano di discussione condiviso;
scelta di un nucleo di interesse filosofico - cognitivo su cui verterà il dialogo;
discussione per mettere alla prova i personali punti di vista e ricerca di altri ,ugualmente ragionevoli, da condividere;
raccolta di idee, opinioni, concetti emersi ;
autovalutazione degli alunni e valutazione del conduttore;
Raccolta di dibattiti, sintesi delle discussioni , inchieste, interviste ecc…;
Produzione libera, relativa agli argomenti trattati, di poesie, testi, racconti, disegni, drammatizzazioni…;


SOGGETTI COINVOLTI
gli alunni dei tre ordini di scuola aderenti al progetto;
i genitori:nelle assemblee di classe saranno organizzati momenti di riflessione sui temi inerenti alla sperimentazione: le regole, i valori, le idee, il dialogo , gli atteggiamenti ecc…

DOCUMENTAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE
I materiali prodotti potranno essere documentati e /o pubblicizzati:
Con modalità di presentazioni varie scelte dalle singole classi
nel sito della scuola
nel giornalino scolastico

IL METODO LIPMAN
Il Progetto educativo è nato negli USA negli anni settanta ad opera di Matthew Lipman del Montclaire State College del New Jersey e diffuso in tutto il mondo con l’istituzione di numerosi centri di studio e sperimentazione del programma.”L'alfabeto ingenera oblio nelle anime di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitare la memoria perché fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non più dall'interno di se stessi, ma dal di fuori, attraverso segni estranei: ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria, ma per richiamare alla mente. Nè tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai solo l'apparenza, perché essi, grazie a te, potendo avere notizie di moltissime cose senza insegnamento, si crederanno d'essere dottissimi, mentre per la maggior parte non sapranno nulla; con loro sarà una sofferenza discorrere, imbottiti di opinioni invece che sapienti. C’é un aspetto strano che in realtà accomuna scrittura e pittura . Le immagini dipinte ti stanno davanti come se fossero vive , ma se chiedi loro qualcosa , tacciono solennemente .Lo stesso vale pure per i discorsi : potresti avere l' impressione che parlino , quasi abbiano la capacità di pensare , ma se chiedi loro qualcuno dei concetti che hanno espresso , con l' intenzione di capirlo , essi danno una sola risposta e sempre la stessa . Una volta che sia stato scritto poi , ogni discorso circola ovunque , allo stesso modo fra chi capisce , come pure fra chi non ha nulla a che fare e non sa a chi deve parlare e a chi no . E se é maltrattato e offeso ingiustamente ha sempre bisogno dell' aiuto dell' autore , perchè non é capace nè di difendersi nè di aiutarsi da solo.” Fedro, 275 a-b
Il metodo della P4C riprende le domande di ciascuno per spiegarle e riferirle alle proprie esperienze. Esso aiuta il bambino a cercare di superare il flusso di percezioni, emozioni, sentimenti, opinioni puntando alla costruzione di quattro tipi di competenze.
Logiche: ragionare correttamente imparando, quindi, a concettualizzare (fornire la definizione essenziale di una cosa o di una nozione, per esempio, che cos'è un amico?); problematizzare (mettere in discussione, rendere problematica, dubbiosa un opinione, una certezza); argomentare (per i bambini si tratterà di fornire delle ragioni, dare delle buone ragioni).
Etiche: emettere dei giudizi etici e mettere in atto dei comportamenti coerenti con le idee.
Estetiche: riconoscere il bello imparando a costruire un universo nel quale il bello sia presente perché esso aiuta a vivere.
Socio-affettive: vivere e sviluppare il proprio pensiero con gli altri in rapporto affettivi e sociali armoniosi e costruttivi. Tutto il lavoro di elaborazione e di sviluppo delle competenze qui menzionate avviene utilizzando uno strumento fondamentale nel metodo concepito da Lipman: la comunità di ricerca. Il bambino scopre progressivamente che l'altro si pone le stesse sue domande, e questo lo rassicura; egli impara a capire, ascoltare, discutere e costruire con gli altri. La comunità di ricerca deve preservare l'incontro dell'altro contemporaneamente come identità e alterità: un consenso può sempre essere stabilito ma deve esserci continuamente uno spazio che permetta alla verità individuale di emergere. Esiste una dimensione specificatamente politica ed etica della comunità di ricerca, come laboratorio e luogo di costruzione di una autentica democrazia. Che cos'è una vera democrazia se non il luogo di una decisione comune di persone autonome, nel senso letterale di gente che si è data da sé le proprie leggi, che hanno, quindi, imparato a pensare da soli, e che non sono, se è possibile, sotto la tutela di nessun maestro, pregiudizio, emozione e opinione. L'adulto deve farsi discreto, egli è là per permettere ad ogni bambino di elaborare il proprio pensiero, di scegliere con cognizione di causa e di discutere le leggi del gruppo: «Egli deve farsi zero per consentire al bambino di diventare uno» (Dolto). Volere la democrazia vuol dire permettere ad ognuno di pensare, di decidere liberamente, in maniera autonoma nel vero senso del termine, di acquisire gli strumenti fondamentali per determinarsi in rapporto a delle scelte fondamentali che saranno fatte in gruppo. Decidere significa conoscere e comprendere, distinguere l'universale ed il particolare, l'accidentale ed il necessario. La costruzione della democrazia passa attraverso questo lavoro filosofico con i bambini. La comunità di ricerca è il luogo in cui ciascuno pensa. Essa è anche uno spazio di dialogo autentico ( è il dialogo che conduce alla riflessione e non l'inverso). Attraverso la verbalizzazione l'individuo può chiarire delle opinioni o delle idee, delle emozioni implicite, esplicitando un pensiero intuitivo. Quando vi è ascolto autentico e reciproco, ciascuno può accedere ad un livello superiore di riflessione, di comprensione e di conoscenza.
La comunità di ricerca è il luogo che deve permettere ai bambini di imparare a:
confrontare le loro opinioni e le loro esperienze;
riconoscere dei punti di vista differenti;
motivare i propri enunciati;
prendere coscienza delle implicazioni e delle conseguenze di una idea sulla loro esistenza;
vedere le cose non solo dal proprio punto di vista ma anche partendo dalla prospettive di coloro che sono presenti.
Lo stesso dialogo richiede un certo tipo di apprendimento proprio come il fatto di pensare. Noi passiamo ad un livello etico superiore: la comunità di ricerca è il luogo di elaborazione di un etica del dialogo e della politica. Essa deve permettere:
di accettare le obiezioni dei propri pari;
di riformulare il punto di vista altrui (ascolto ed empatia reali);
di concepire ed esternare delle idee personali, senza paura e senza vergogna;
di fornire delle ragioni che sostengono l'idea dell'altro anche quando si è in disaccordo;
di cambiare la propria visione e la propria scala di priorità;
di prendersi cura dell'altro, cosa che presuppone un'accettazione ed una volontà di essere trasformato, alterato, contaminato dall'altro.



Le 5 w della p4c

Perchè
• Per “imparare a pensare” attraverso lo sviluppo
di
• atteggiamenti democratici
• competenze comunicative
• abilità di pensiero e ragionamento
• attitudini, disposizioni, atteggiamenti critici e
creativi nei confronti del mondo e della
conoscenza
Il fine non è quello di “far parlare” i bambini, ma di
farli dialogare ragionevolmente


Quando
• Il percorso parte dalla scuola materna per
arrivare alle scuole superiori.
• I tempi
– Il curricolo prevede sessioni da max 50 minuti
– Sarebbe bene poter svolgere l’attività 2 volte la
settimana, perché se passa troppo tempo, la
discussione perde di efficacia.

Dove
• Il setting
– Sedie in cerchio
– Lavagna alle spalle
con ben visibile il
foglio dell’agenda e
del piano di
discussione
– Uno spazio centrale
da occupare volendo
con un tappeto dove
“convergono” le idee.
Come
• Metodologia
• le sessioni si svolgono per 10
incontri di max 50 min, con un
numero di partecipanti non
superiore a 15/18 bambini; si
articolano in 4 momenti: la lettura
di un episodio del libro, la stesura
delle domande sul brano, la
discussione, la verifica della
seduta.
• La seduta viene condotta e
coordinata dal facilitatore, membro
tra i membri della comunità, che
ha il compito di stimolare e
guidare il dialogo senza interferire
o condizionare la conversazione.
• I materiali del curricolo
È costituito da 7 racconti filosofici per bambini e ragazzi e relativi manuali per insegnanti. I testi cui si fa riferimento e che vengono utilizzati nelle sessioni sono stati scritti da Lipman e dalla sua collaboratrice A.Sharp; sono così articolati:
• - l’ospedale delle bambole (scuola dell’infanzia)
• - Elfie (I e II elementare)
• - Kio e Gus ( II/III El.)
• - Pixie (IV/V El.)
• - Il prisma dei perché (Sc: Media)
• - Mark (Biennio e Triennio superiori)
• Ogni testo è accompagnato da un manuale per il facilitatore, con proposte di riflessione, esercizi di stimolo e suggerimenti per la conduzione.

Chi
Riferimenti culturali
• filosofici: Socrate,
Wittgenstein, Dewey, Mead e
Peirce.
• M.Lipman, già docente di
logica alla Columbia Univ., ha
fondato negli anni 70 l’ Institute
for the Advancement for
Philosophy for Children alla
Montclaire State University
La comunità di ricerca
• Ogni gruppo di apprendimento (gruppo classe/sezione o altri gruppi) si configura come “comunità di ricerca” in cui tutti insieme, possono
• discutere e dialogare su problemi e questioni di natura filosofica,attraverso la discussione l’argomentazione e il dialogo: il filosofare diventa costruzione di pensiero condiviso. Lo stimolo proviene
dalla lettura condivisa dei brani dei testi del curricolo.
Il progetto educativo è costituito da una serie di racconti in forma dialogica in cui i protagonisti, bambini, adolescenti, adulti, animali, dialogano su problemi e questioni di natura filosofica: il valore della vita, il pensiero, il rapporto mente-corpo, la verità, la giustizia, emergenti dalla loro esperienza. Ogni racconto è corredato da un manuale per il docente in cui sono indicate direttive metodologiche per l’approfondimento del lavoro educativo con piani di discussione, esercizi, attività stimolo. La finalità generale è l’educazione al pensiero logico e al tempo stesso alla riflessione sulla propria esperienza e sul comportamento individuale e sociale. Dopo la lettura del testo-stimolo (generalmente si tratta di un brano di un racconto del curricolo) si chiede agli alunni di formulare domande relative ai problemi o alle suggestioni emergenti dal testo. Nell’agenda si registrano e si raccolgono le domande, cioè gli interrogativi che stimolano ed attivano la ricerca per analizzarle allo scopo di: individuare uno o più temi o filoni di indagine. Sulla scorta dell’individuazione dei temi di indagine e/o degli orientamenti euristici si passa infine alla redazione del piano di discussione che individua ed indica il nucleo di interesse euristico e cognitivo su cui andrà ad indirizzarsi la sessione di lavoro e intorno cui verterà il dialogo. In quanto le domande sono analizzate e riformulate con la partecipazione ed il contributo di tutti i componenti del gruppo in questa fase non è più necessario indicare i nomi dei diversi soggetti, ma piuttosto è importante sottolineare come il piano di discussione sia il prodotto di una attività di pensiero e di ricerca condivisa.

PENSARE… E PROGETTARE IN CERCHIO
Sperimentare e sfidare abitudini, in tempi e in contesti di standardizzazione dei comportamenti didattici, di omologazione dei processi dei saperi e di consolidate pratiche di insegnamento–apprendimento, non è cosa semplice. Dall’altare di un modello lineare gerarchico si passa ad un modello circolare della conoscenza che dal soggetto va all’oggetto e ritorna determinandolo, dal soggetto va ad altri soggetti e ritorna modificandolo, dalla conoscenza va alla metaconoscenza e ritorna ampliandola in un’infinita danza che crea. Come un piccolo sasso lanciato in uno stagno che genera altri cerchi al fine di entrare ognuno con le coordinate specifiche del proprio contesto nel cerchio della vita. Ma quando c’è il desiderio di sperimentarsi e di mettersi in gioco si affronta il nuovo con la voglia di raccontare e comunicare quel che si è saputo o potuto fare in certe circostanze. Si leggono brani da cui emergono problemi legati alla comprensione di una parte del racconto ( vero-finto, giusto-sbagliato, il dolore, la morte, Dio, l’ordine e il disordine, l’amicizia, le regole, ecc) e si porta l’attenzione su un termine desueto o sconosciuto o abituale. Il docente o facilitatore farà in modo che il bambino si esprima liberamente o taccia e ascolti, facendo nascere la discussione senza forzature. Ad ogni intervento non dà giudizi di valore ma cerca di portarlo all’attenzione del gruppo lasciando sviluppare il dialogo in modo autonomo.. I bambini discutono, imparano a ragionare insieme utilizzando il contributo di tutti e scoprendo soluzioni nuove. La classe diventa una comunità di ricerca. Si tratta anche di narrare il vissuto di un’esperienza educativa, facendo ricorso al punto di vista retrospettivo dell’atto di scrivere, al fine di raccontarne le tensioni pratiche ed intellettuali. Raccontare è innanzitutto ricordare, dialogare con un’esperienza distanziata nel tempo per evitare che essa sfugga all’oblio e alla dimenticanza. Pertanto, un racconto di tipo autobiografico può servire per lasciare un segno che vada oltre a delle schede utili per mostrare e monitorare il lavoro svolto. Formazione e narrazione vanno di pari passo ed il racconto è qui inteso come esperienza da condividere. Il metodo autobiografico aiuta la mente a narrare di sé ed è utile alla ricerca e all’interpretazione dell’esperienza formativa compiuta. Esso chiama in causa l’approccio filosofico relativo al significato della narrazione e della scrittura di sé, sia come occasione di sviluppo cognitivo sia come modalità di stare con gli altri imparando insieme. Raccontare un’esperienza educativa significa richiamare quel tipo di memoria retrospettiva che Paul Ricoeur chiama memoria interna Quella memoria che si collega direttamente alla riflessività personale dell’educatore, al rapporto che, quella circoscritta pratica educativa ha avuto con la percezione personale dell’esperienza formativa stessa, comprese le aspettative e le resistenze iniziali.









PENSARE IL SETTING
(preparare l’ambiente)L’esperienza di philosophy for children si svolgerà perciò lavorando rigorosamente in cerchio: in piedi, nella parte introduttiva alle sessioni dedicata al riscaldamento pre-verbale e basato su giochi di ascolto e di relazione. Seduti, quando si è sperimentata l’efficacia dei cerchi di narrazione come luoghi di condivisione della lettura e dell’ascolto. Le attività di riscaldamento dovranno creare un clima emotivamente “caldo”, per unire il gruppo e per far sì che i bambini si sentano a proprio agio nello scambiarsi le idee e nel prendere parte alle attività dialogiche. Giochi di ascolto e di relazione, rituali importanti, che, immediatamente riconosciuti dai bambini, segnano l’inizio ludico degli incontri. Ogni territorio narrativo ha bisogno di un suo ambiente, per cui la prima cura sarà dedicata proprio sia all’ideazione e alla costruzione del setting, che alla cornice in cui si attiveranno le logiche narrative e i pensieri dei bambini.

MODALITA’ E STRUMENTI DI VERIFICA E VALUTAZIONE

Uso di schede di monitoraggio per la verifica e la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza del progetto onde apportare eventuali aggiustamenti e correzioni.


ESITI PREVISTI
Miglioramenti progressivi della capacità di utilizzare:
il pensiero complesso per interpretare e gestire l’esperienza quotidiana ;
il pensiero complesso come strumento di ricerca in contesti diversi;
le abilità logico- critiche per chiedere/fornire ragioni e giustificare facendo uso di criteri.

ASPETTI ORGANIZZATIVI
-Tempi: si prevedono una durata quinquennale per il raggiungimento delle finalità e una durata annuale per gli obiettivi a medio termine;
-modalità oraria: attuazione di un laboratorio filosofico con cadenza settimanale/ quindicinale mensile per il monte ore stabilito dal team della classe;
-materiali: - uso di testi della "Philosophy for children" di M. Lipman,
-mediatori culturali (lavagna maxi-fogli,registratore,proiettore,libri)
-risorse: gruppo di insegnanti formati a tale scopo.






FILOSOFIA ED EDUCAZIONE AFFETTIVO-EMOTIVA

Obiettivi:
- Riconoscere e descrivere le proprie emozioni (felicità, tristezza, rabbia, paura, ecc…)
- Riconoscerne le cause e comprenderne l’intensità
- Apprendere un repertorio di convinzioni razionali che aiutino il bambino a gestire le emozioni

FILOSOFIA E MATEMATICA
Obiettivi :
-sviluppare il pensiero complesso come unità articolata di pensiero logico, pensiero creativo e pensiero emotivo – relazionale.
-essere in grado di utilizzare il pensiero complesso nell’esperienza quotidiana per interpretarla e gestirla con intelligenza.
- confrontare ipotesi di interpretazione del mondo;
- acquisire consapevolezza di sé e delle procedure (dell’agire);
- sviluppare le capacità di attenzione e di riflessione;
- interrogarsi e scoprire il senso delle cose e della vita;
- abilità di ragionamento (analogico, causale, relazionale, inferenziale – induttivo - deduttivo);
- abilità di ricerca (osservazione , descrizione, narrazione);
- abilità di traduzione (comprensione, ascolto, scrittura, rappresentazione grafica);
-abilità di formazione concettuale (classificazione, definizione, seriazione, associazione, generalizzazione, esemplificazione);
- disposizioni critiche(meravigliarsi, chiedere ragioni, giudicare facendo uso di criteri, porre domande…);





FILOSOFIA ED ATTIVITA’ LABORATORIALI
Obiettivi:
Laboratorio di attività senso – percettive e grafico- pittoriche e plastico- manipolative
favorire
- la stimolazione volta al miglioramento della discriminazione sensoriale e percettiva
- la costruzione e l’allenamento dei processi mentali e del pensiero attraverso l’azione e l’esperienza diretta
- il miglioramento della capacità di porsi in relazione con l’ambiente, i compagni e gli adulti
- la strutturazione affettiva e cognitiva
- lo sviluppo del pensiero e dell’immaginazione
- la strutturazione dello schema corporeo, dei rapporti spaziali e temporali come prerequisito per lo sviluppo di capacità motorie e cognitive, emotive e relazionali approccio all' immagine, non solo come forma di rappresentazione, ma anche come strumento atto a potenziare i processi mentali cognitivi e socio - affettivi e a sviluppare
- le capacità operative/collaborative,
- le conoscenze culturali ed estetiche dell'alunno,
- l'immaginazione e la creatività;
- le capacità espressive e comunicative.
e avvio alla lettura delle opere d'arte attraverso una metodologia operativa basata su un approccio emozionale e percettivo di scoperta e conoscenza dei codici e dei loro significati.

FILOSOFIA ED EDUCAZIONE AL BELLO
Obiettivi:
- Promuovere l’avvicinamento all’universo artistico attraverso il potenziamento delle risorse sensoriali (sensazione, percezione, emozioni, sentimenti), intellettuali (osservazione, discriminazione, curiosità, memoria, attenzione, ragionamento), sociali (comunicazione, responsabilità, autonomia, intraprendenza), spazio-motorie (strutturazione del corpo e dello spazio circostante), tecniche (sperimentazione e realizzazione di tecniche artistiche).
- Educare attraverso i linguaggi iconici a cogliere tutte le esperienze e gli elementi di natura percettiva, tattile visiva e cinestetica
- Promuovere un primo livello di alfabetizzazione intesa come acquisizione critica dei linguaggi iconici, attivando l’espressione e la comunicazione delle esperienze, nonché la decodificazione e l’interpretazione delle immagini consolidando progressivamente la competenza comunicativa .
- Sviluppare il piacere dell'arte a del gusto estetico, sensibilizzare alle letture di un diverso modo di espressione: l'immagine. Abituare all'osservazione dei particolari per acquisire informazioni e materiali utili alla comprensione generale dell'opera in rapporto al contesto storico-culturale
- promuovere la cultura del patrimonio artistico locale, dei beni ambientali e paesaggistici favorendo la riappropriazione profonda e molteplice della propria sensibilità
- Conoscere, in parallelo con i percorsi storici e geografici, come l'uomo, nel corso dei secoli, sia intervenuto per creare i diversi ambienti urbani, con particolare riguardo all'architettura e alla produzione artistica
- Scoprire nell'ambiente ciò che vi è di bello: nell'architettura, nella suddivisione degli spazi urbani, nell'organizzazione della vita quotidiana.
- Promuovere la conoscenza di adeguati programmi e software per il disegno per permettere agli allievi di realizzare semplici progetti di immagini anche tramite l’utilizzo della tecnologia digitale e multimediale.
- Avviare all’apprezzamento della varietà dei beni culturali, con particolare riferimento alle opere di scultura, pittura, arte decorativa, teatro, cinema, ecc., per incentivare la maturazione del gusto estetico, in modo da rendere sempre più ricca la comprensione del “messaggio” dell’opera d’arte.





LABORATORIO DI ARTE E IMMAGINE
- Usare creativamente il colore.
- Utilizzare il colore per differenziare e riconoscere gli oggetti.
- Rappresentare figure tridimensionali con materiali plastici.
- Riconoscere nella realtà e nella rappresentazione: relazioni spaziali (vicinanza, sopra, sotto, destra, sinistra, dentro, fuori); rapporto verticale, orizzontale; figure e contesti spaziali.
- Utilizzare la linea di terra, disegnare la linea di cielo ed inserire elementi del paesaggio fisico tra le due linee.
- Rappresentare figure umane con uno schema corporeo strutturato.
- Distinguere la figura dallo sfondo.
- Riconoscere e usare gli elementi del linguaggio visivo: il segno, la linea, il colore, lo spazio.
- Usare gli elementi del linguaggio visivo per stabilire relazioni tra i personaggi fra loro e con l’ambiente che li circonda .
- Utilizzare tecniche grafiche e pittoriche, manipolare materiali plastici e polimaterici a fini espressivi.
- Incidere materie diverse ( vegetali, linoleum, ecc.,) e rilevare impronte da varie superfici,
- Collocare gli oggetti nello spazio individuando i campi e i piani.
- Distribuire elementi decorativi su una superficie (simmetrie bilaterali e rotatorie).
- Leggere e/o produrre una storia a fumetti, riconoscendo e facendo interagire personaggi e azioni del racconto.
- Utilizzare immagini ed accompagnarle con suoni al computer.
- Osservare e descrivere in maniera globale un’immagine.
- Identificare in un testo visivo, costituito anche da immagini in movimento, gli elementi del relativolinguaggio (linee, colore, distribuzione delle forme, ritmi, configurazioni spaziali, sequenze,
metafore, campi piani, …).
- Utilizzare tecniche artistiche tridimensionali e bidimensionali su supporti di vario tipo.
- Individuare le molteplici funzioni che l’immagine svolge, da un punto di vista sia informativo sia emotivo.
- Rielaborare, ricombinare e modificare creativamente disegni e immagini, materiali d’uso, testi, suoni per produrre immagini.
- Esprimersi e comunicare mediante tecnologie multimediali.
- Analizzare, classificare ed apprezzare i beni del patrimonio artistico-culturale presenti sul proprio territorio.
- Osservare le immagini fotografiche per interpretare il significato e per avviare al riconoscimento dei campi, dei piani, delle diverse angolazioni e di altri elementi compositivi quali il bianco e nero, il colore e la luce.
-Fotografare oggetti e situazioni da differenti angolazioni per confrontare modi diversi di rappresentare la realtà, collegandoli alle personali esigenze di espressione e comunicazione.
-Conoscere il mezzo cinematografico per comprendere i messaggi, intuire i significati delle inquadrature e delle sequenze.conoscere la produzione televisiva per avviare a una lettura selettiva dei programmi e ad una prima conoscenza delle peculiarità tecniche e comunicative del mezzo televisivo.






FILOSOFIA E MUSICA
Obiettivi
- Educare a ritrovare nella musica le proprie emozioni e ad appropriarsi di un fondamentale mezzo di espressione e comunicazione,
- Educare i bambini non solo ad una percezione sensoriale più raffinata e completa, ma anche a riconoscere l’equilibrio tra suono e silenzio non come assenza, mancanza di suono ma come possibilità tutta positiva di riposo nonché di diversa concentrazione della propria attenzione
- Avviare alla conoscenza, nell'ambito dell'educazione al suono e alla musica, delle opere di grandi compositori, e all’interpretazione della realtà odierna della musica anche nei suoi aspetti multiculturali
- Avviare a saper esprimere, attraverso la danza e l'espressione corporea, sentimenti e partecipazione al godimento del bello, conosciuto e apprezzato attraverso i vari percorsi culturali .
Laboratorio di attività musicali
Sviluppo di competenze
- corporee, motorie e percettive, relative alla capacità di conoscere, usare e sviluppare al meglio le proprie modalità sensoriali e psicomotorie;
- affettive e relazionali, relative alla capacità di maturare sicurezza interiore, di ascoltare e interpretare l'emotività propria e altrui, di accettare il diverso, di porsi in relazione collaborativa con gli altri, di acquisire comportamenti civilmente e socialmente responsabili, verso le persone, le cose, l’ambiente;
- espressive, comunicative e creative, relative alla capacità di esprimersi e comunicare con i diversi linguaggi, acquisendone le categorie interpretative
Produzione
- Utilizzare la voce, il proprio corpo, e oggetti vari, a partire da stimoli musicali, motori, ambientali e naturali, in giochi, situazioni, storie e libere attività per espressioni parlate, recitate e cantate, anche riproducendo e improvvisando suoni e rumori del paesaggio sonoro.
- Eseguire per imitazione, semplici canti e brani, individualmente e/o in gruppo, accompagnandosi con oggetti di uso comune e coi diversi suoni che il corpo può produrre, fino all'utilizzo dello strumentario didattico, collegandosi alla gestualità e al movimento di tutto il corpo.
- Applicare semplici criteri di trascrizione intuitiva dei suoni.
- Usare lo strumentario di classe, sperimentando e perseguendo varie modalità di produzione sonora, improvvisando, imitando o riproducendo brevi e semplici brani
- Usare le risorse espressive della vocalità, nella lettura, recitazione e drammatizzazione di testi verbali, e intonando semplici brani



Percezione
- Discriminare e interpretare gli eventi sonori , dal vivo o registrati.
- Attribuire significati a segnali sonori e musicali, a semplici sonorità quotidiane ed eventi naturali.
- Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare e memorizzare suoni ed eventi sonori in base ai parametri distintivi, con particolare riferimento ai suoni dell'ambiente e agli oggetti e strumenti utilizzati nelle attività e alle musiche ascoltate.
- Riconoscere alcune strutture fondamentali del linguaggio musicale, mediante l’ascolto di brani di epoche e generi diversi.
- Cogliere i più immediati valori espressivi delle musiche ascoltate, traducendoli con la parola, l’azione motoria, il disegno.
- Cogliere le funzioni della musica in brani di musica per danza , gioco, lavoro, cerimonia, varie forme di spettacolo, pubblicità, ecc..ascolto di brani di musica delle diverse epoche e di vario stile anche in rapporto al teatro, al cinema, alla danza; di brani di musiche tipiche (melodramma, , spiritual, jazz, ecc.).



FILOSOFIA E CINEMA
Obiettivi:
- Educare al cinema, sia come apprezzamento dei suoi molteplici aspetti di immagine, testo, musica, arte, verità e finzione, conoscenza e testimonianza, sia come strumento di apprendimento in quanto veicolo di culture, di modelli comportamentali, di idee di pensieri e di sogni.
- Riconoscere ed apprezzare il cinema come componente di un patrimonio culturale e ambientale
- Promuovere l’utilizzo del linguaggio cinematografico quale forma di comunicazione ed espressione artistica.

Laboratorio di educazione al cinema

- Educare alla visione dei film
- Educare a “stare al cinema” con tutto ciò che comporta, in termini di comportamento (silenzio, attenzione esclusione di atteggiamenti di disturbo…)
- Educare alla consapevolezza che il cinema è una componente del patrimonio culturale e ambientale
- Favorire la crescita culturale
- Promuovere l’utilizzo del linguaggio cinematografico come forma di comunicazione ed espressione artistica.
L’attivazione delle unità didattiche nel laboratorio di educazione al cinema consentirà inoltre di integrare obiettivi già presenti nella:
educazione visiva (attenzione · alla percezione e all’analisi degli elementi visivi);
educazione all’immagine · (interpretazione del linguaggio iconico);
educazione all’ascolto · (attenzione alla percezione e all’analisi degli elementi
uditivi/sonori);
educazione al linguaggio · dell’arte attraverso la lettura e l’analisi dell’opera,
educazione alla metacognizione.

FILOSOFIA E POESIA
Obiettivi:
-Avvicinare i ragazzi al mondo della poesia, alla capacità di commuovere, di suscitare emozioni, sentimenti, ovvero alla capacità di esprimere una particolare visione del mondo, all'arte che rende ogni pensiero unico
- Saper analizzare il ritmo in un testo poetico, produrre testi poetici utilizzando le tecniche apprese, esprimere pareri ed opinioni, esprimere emozioni attraverso la poesia, avviarsi alla valutazione estetica di un testo.
- Avvicinare le giovani generazioni al linguaggio della poesia classica e contemporanea, stimolare i giovani alunni alla produzione poetica e ad arricchire la loro personalità attraverso la consapevolezza e l’espressione delle emozioni.
Laboratorio di poesia

- accostarsi e leggere e ad apprezzare la poesia;
- consapevolezza delle diverse forme della poesia e della «liricità» (come introspezione e anche come educazione al gusto estetico)
- avvio alla consapevolezza del rapporto fra poesia e musica, quindi dell'importanza del piano fonetico iniziando dalle forme più semplici quali conte, ninnenanne, filastrocche) ;
- consapevolezza dell’importanza del «contare» nella musica e nella poesia, (avvio ad alcune semplici conoscenze e competenze del piano metrico: sottolineare la cadenza ritmica propria di ogni parola recitata tramite l’individuazione delle sillabe e dell’accento tonico);
- contare le sillabe per riconoscere o elaborare i versi
- riconoscere e creare trame foniche esplorando la rima e i suoi schemi ritmici più comuni (rima baciata e alternata), le assonanze, le consonanze, l’allitterazione, l’onomatopea
- riconoscimento di alcune figure retoriche frequenti in poesia: metafora, similitudine, personificazione
- avvio al percorso analogico per creare similitudini (gioco del come) e per realizzare metafore con la sovrapposizione di immagini e spostamento di parole dal contesto abituale per delineare nuove realtà
- sperimentare il gioco della “personificazione” coinvolgendo la fantasia e il bisogno tipico dei bambini di animare le cose
- avvio all’applicazione di queste conoscenze metriche e retoriche congiuntamente alla capacità di ri-scrittura di un modello dato.
- consapevolezza delle possibili diverse forme e contenuti nella poesia (avvio ad alcune conoscenze dei generi poetici);
- acquisizione di capacità di lettura
- avvio alla produzione di testi poetici, sempre però seguendo un modello o comunque delle regole (laboratorio di scrittura);
- avvio alla produzione di qualche testo di commento








FILOSOFIA E LEGALITA’
Obiettivi:

- Favorire la maturazione democratica individuale e collettiva;
- recuperare il senso del vivere sociale;
- determinare un nuovo rapporto tra cittadini ed istituzioni attraverso la comprensione del senso delle regole e del sistema democratico
- sperimentare nuove forme di educazione a partire dagli interessi reali dei giovani;
- promuovere nuovi strumenti di lettura della realtà.
Scuola dell’infanzia
Obiettivi didattici e contenuti:
Identificare se stesso e i compagni
Identificare le persone della famiglia e i loro ruoli
Identificare le persone più vicine della scuola e i loro ruoli

Scoprire e inventare regole:
-intuire la regola di un gioco,
-applicarla ad un gioco diverso,
-confrontare le regole di giochi semplici,
-inventare regole e giochi
- Apprendere comportamenti sociali e rispetto delle regole:
-discutere le regole della vita comunitaria,
-giudicare episodi e comportamenti,
-scoprire che senza regole è impossibile anche giocare,
-discutere e condividere le regole dei giochi,
-apprendere le regole della vita comunitaria,
-rispettare le regole.
Scuola Primaria
I e II classe
-Identificare se stesso nei gruppi di appartenenza (dati anagrafici e propri ruoli diversi nei vari contesti);
-Identificare le relazioni parentali nella famiglia e i ruoli;
-Riconoscere le persone della scuola e i ruoli;
-Acquisire consapevolezza del proprio comportamento sociale in famiglia e con gli altri:
-Individuare i propri gruppi di appartenenza e riconoscere le persone che li compongono;
-Riconoscere la necessità di stabilire regole per vivere e lavorare insieme;
-Acquisire la conoscenza delle norme che regolano la vita in famiglia e a scuola.
III, IV e V classe Scuola Primaria e I, II, III Scuola di primo grado-(obiettivi con riferimenti ad articoli della Costituzione sui quali riflettere)
- Identificare se stesso: carta di identità: generalità, residenza (Art. 16);
- Conoscere il significato e l’importanza del vivere insieme;
- Acquisire consapevolezza del proprio comportamento con i familiari e con gli amici;
- Comprendere il significato e la necessità di una libertà ordinata (regole, leggi, trasgressioni, sanzioni);
- Conoscere la comunità familiare come struttura di base dell’organizzazione sociale (Art. 29);
- Conoscere le relazioni di parentela (famiglia nucleare e allargata);
- Conoscere l’organizzazione della famiglia: autorità, regole, sanzioni, attività lavorative, parità di diritti, organizzazione affettiva , (Art. 3);
- Conoscere la scuola come funzione istituzionale più importante dopo la famiglia (Art. 34);
- Conoscere l’organizzazione della scuola, le regole e le norme scolastiche (dello Stato, degli Organi Collegiali, della classe), l’importanza del loro rispetto, la necessità e lo scopo delle sanzioni;
- Conoscere la casa come struttura per il bisogno di sicurezza dell’individuo;
- Acquisire consapevolezza che ogni individuo ha diritti inviolabili e doveri inderogabili (art 2);
- Conoscere i tanti modi del vivere insieme: villaggio, paese, città, quartiere;
- Conoscere il Comune come prima forma dell’organizzazione politico – amministrativa del nostro Paese (Art. 2);
- Conoscere l’Organo di Governo del Comune;
- Conoscere la tutela dell’individuo nel contesto sociale, il problema della discriminazione sociale, il problema del razzismo (Art. 3 comma 1 e comma 2 – art. 8 – 32 - 37 – 19 - Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – Dichiarazione sull’eliminazione di ogni discriminazione nei confronti della donna);
-Conoscere le regole della circolazione stradale;
-Conoscere il problema dell’inquinamento e della difesa dell’ambiente (Art. 9 – 41);
-Comprendere la necessità della tutela del patrimonio artistico e culturale
-Conoscere gli Enti locali
-Acquisire il concetto di Stato e il concetto di Patria (Art. 11 – 52 - 54);
-Conoscere gli elementi costitutivi dello Stato: popolo, territorio, sovranità (Art. 1 – 12);
-Conoscere i tre poteri dello Stato (potere legislativo, esecutivo, giudiziario);
-Conoscere l’ordinamento della Repubblica: Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, Magistratura e loro funzioni;
-Conoscere la storia della Costituzione Italiana;
-Conoscere e comprendere il significato e il valore della Costituzione;
-Conoscere e comprendere alcuni articoli della Costituzione;
-Conoscere lo Stato di diritto e il principio della legalità;
-Avere consapevolezza che il primo diritto è la libertà (di pensiero, di parola, di stampa, di religione, ecc.) (Art.16 – 18 - 19 – 21 – 63);
-Comprendere il significato di libertà ordinata;
-Conoscere diritti e doveri dei cittadini;
-Conoscere l’importanza del lavoro per il progresso materiale e spirituale della società (Art 1);
-Conoscere come la Costituzione tutela il lavoro e i diritti dei lavoratori (Art. 4 – 35 – 36 – 37 - 38);
-Conoscere la Comunità Internazionale (ONU) le Organizzazioni Internazionali collegate all’ONU: UNICEF e FAO;
-Conoscere la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la dichiarazione dei Diritti del fanciullo;
-Conoscere la Comunità Europea.
Idee guida
Principi della cultura dei valori civili:
 verità
 onestà
 valore della persona
 rispetto dell’altro
 solidarietà
 tolleranza
 cooperazione
 socialità
 libertà ordinata
 valore del diritto
 valore del dovere
 giustizia sociale
 comprensione e rispetto delle regole e delle norme
 responsabilità individuale e sociale
 democrazia
Campi di azione
 Conoscenza delle leggi
 Conoscenza della Costituzione Italiana
 Conoscenza dell’ordinamento e dei poteri dello Stato
 Diritti dell’uomo
 Diritti del bambino
 Educazione al rispetto di regole e norme
 Educazione alla cittadinanza
 Educazione alla convivenza democratica
 Educazione alla multiculturalità
 Educazione relazionale
 Educazione stradale
 Educazione al patrimonio culturale
 Educazione ambientale
 Educazione alla pace

FILOSOFIA, EMOZIONI ed INTERAZIONE SOCIALE
come strategia di prevenzione contro le diversità
Soggetti coinvolti:
Scuola dell'Infanzia, Scuola primaria, Scuola di Primo grado

Obiettivi didattici
relativi a :
emozioni,
interazione sociale – prosocialità,
comportamenti, regole e norme.
Lo sviluppo armonico della "persona" dipende dalla maturazione di due sfere: quella della razionalità e quella dell’affettività.
Le emozioni
Saper osservare se stessi
Identificare e denominare le emozioni
Riconoscere le proprie emozioni
Esprimere le emozioni
Costruire un vocabolario per le emozioni
Valutare l’intensità delle emozioni
Conoscere il rapporto tra pensieri, emozioni, comportamenti
Colloquiare con se stessi (uso del dialogo interno per mettere in discussione o rafforzare il proprio comportamento o il proprio modo di pensare
Tollerare le frustrazioni - Saper rimandare la gratificazione
Conoscere e usare strategie per controllare le paure, le ansie, la collera, la tristezza
Sentirsi orgoglioso di sé
Considerarsi in una luce positiva
Riconoscere i propri punti forti, le proprie debolezze,
Essere capace di ridere di se stessi
Sviluppare aspettative realistiche su se stessi
Obiettivi specifici:
Promuovere:
l’acquisizione di consapevolezza e capacità di autoregolazione delle proprie emozioni;

la conoscenza e approfondimento dei principali aspetti del comportamento sociale;
lo sviluppo della cultura del positivo verso la vita, se stessi e gli altri;
la progressiva maturazione delle abilità emotive e sociali;
la progressiva maturazione dell’autonomia di giudizio e di scelta;
il riconoscimento della vera libertà (basata sui valori e sul senso di responsabilità) dall’arbitrio;

il coinvolgimento dei genitori sui temi dell’educazione socio – affettiva.
Idee guida:
consapevolezza delle proprie emozioni;
importanza del dialogo interno (per gestire le emozioni);
autostima;
comportamenti sociali adeguati;
azioni prosociali;
comunicazione verbale e non verbale adeguata alle situazioni socio – relazionali;
responsabilità personale e sociale;
comprensione e rispetto di regole e norme.
Interazione sociale
acquisire abilità socio – relazionali:
usare adeguati comportamenti sociali,
stare con gli altri in un rapporto costruttivo,

stare con gli altri in modo reciprocamente gratificante.
comunicazione verbale:
acquisire abilità di comunicazione verbale adeguate alle varie situazioni socio – relazionali,

parlare delle proprie emozioni con efficacia,

resistere alle influenze negative,
ascoltare gli altri,

partecipare alle attività positive dei gruppi coetanei.
comunicazione non verbale:
comunicare attraverso gli occhi, l’espressione del viso, il tono di voce, i gesti, ecc.
Principi elementari di interazione sociale
saper ascoltare e porre domande,
parlare direttamente agli altri quando rivolgono la parola,
prendere iniziative nei contatti sociali senza aspettare che siano sempre gli altri a farlo,
sostenere una conversazione senza ricorrere sempre a risposte monosillabiche,
esprimere gratitudine verso gli altri,
cedere il passo davanti ad una porta,
aspettare che l’altro si sia servito,
salutare, ringraziare, chiedere scusa, dire per piacere, ecc.
sapere quando e come interrompere una conversazione o una telefonata,
essere discreti,
non parlare sempre di se stessi ignorando gli altri,
esporre il proprio punto di vista invece di incolpare gli altri,
affermare i propri interessi e le proprie emozioni senza rabbia o passività,
unirsi con garbo ad un gioco già in corso,
non manifestare il proprio disaccordo in modo troppo diretto,
saper comunicare con il giusto tono di voce e con appropriata gestualità,
saper valutare il momento e il modo opportuni per parlare o per agire,
imparare a collaborare, a risolvere conflitti, a negoziare compromessi.





Abilità prosociali
Identità personale e sensibilità sociale:
migliorare la capacità di:
disposizione non aggressiva,
decentramento,
consapevolezza emotiva,
autonomia di giudizio,
negoziazione dei conflitti,
assertività,
valorizzazione – orientamento positivo,
responsabilità
Interpretazione del contesto di una situazione di bisogno:
migliorare la capacità di lettura del contesto come:
insieme di segnali (espressi, in modo verbale o non, da chi è in situazione di bisogno)
insieme di reazioni (da parte di chi osserva)
anticipazione e valutazione (da parte di chi osserva)

Risposta (azione prosociale):
migliorare la capacità di:
Cooperare – condividere – donare (anziché competere)
Rispetto
Ascolto, attenzione
Empatia
Esprimere sentimenti, pensieri ed emozioni
Offrire conoscenze, idee e progetti
Confrontarsi e correggersi reciprocamente mediante una critica costruttiva
Dare o recuperare fiducia e speranza
Offrire assistenza e aiuto anche fisico
Offrire risorse materiali


I comportamenti, le regole e le norme
Decidere personalmente in modo responsabile
Esaminare le proprie azioni e conoscerne le conseguenze
Sapere se una decisione è dettata dal pensiero o dall’emozione
Assumersi le responsabilità
Portare a compimento gli impegni assunti
Prevedere in anticipo le conseguenze

Comprendere e rispettare regole e norme comportamentali
Riconoscere comportamenti accettabili e non
Usare metodi graduali di risoluzione dei problemi: fissare obiettivi, identificare azioni alternative
Saper collaborare
Sapere quando e come comandare e quando e come eseguire
Saper affrontare lealmente gli altri
Saper individuare compromessi che rendano soddisfatte ambo le parti
Aspetti organizzativi:
modalità: attività di laboratorio di educazione socio – affettiva nelle singole classi per lo svolgimento di unità didattiche programmate.
monte ore – cadenza oraria: attività settimanali, quindicinali o mensili secondo le esigenze e per un monte ore stabilito dal team in base alle indicazioni del POF
materiali: testi scientifici sul tema per la documentazione degli insegnanti, testi – guida specifici come base per elaborare percorsi didattici.
Tempo previsto
Per le finalità a lungo termine si ipotizza una durata di tre (materna) / cinque anni (elementare).
Per gli obiettivi specifici e didattici è prevista una durata annuale.
Metodologia:
ricorso, in modo costruttivo, al dialogo interno;

uso della tecnica del circle time come strumento utile alla autoregolazione e allo sviluppo della capacità di riflessione;
utilizzo di momenti di discussione per l’analisi e il confronto delle esperienze (narrazione e argomentazione) secondo le quattro fasi del:

narrare le proprie esperienze,
metterle in comune,
mediarne i significati,
ricavarne regole dal confronto con gli altri,

utilizzo della comunicazione interpersonale e d empatica.

Esiti previsti (competenze)
Miglioramento nella:
consapevolezza di sé e del proprio modo di pensare e di "sentire",
capacità di empatia e di leggere e usare in modo efficace i segnali della comunicazione verbale e non verbale,
capacità di riconoscere ed assumere comportamenti responsabili,
conoscenza e uso consapevole di strategie di autoregolazione emotiva e sociale,
Comprensione e rispetto di norme comportamentali (riconoscimento di comportamenti accettabili in una data situazione).
Monitoraggio e verifica del progetto:
Predisposizione di schede di monitoraggio rivolte agli insegnanti per verificare e valutare, soprattutto in itinere, l’andamento dei progetti per:
rilevare problemi,
individuare soluzioni efficaci,
rilevare punti di forza e punti di debolezza.
Verifica e valutazione del gruppo classe:
osservazioni sistematiche,
autovalutazione degli alunni.
Documentazione e pubblicizzazione
I lavori relativi al Progetto di educazione socio - affettiva, potranno essere documentati e/o pubblicizzati:
con modalità di presentazione varie, scelte dalle singole classi,
nel giornalino,

nel sito della scuola,

seguendo le indicazioni del progetto per l’estetica della scuola.



FILOSOFIA ED EDUCAZIONE AMBIENTALE
PREMESSA
Ritenendo che per comportarsi in modo adeguato e responsabile nei confronti dell’ambiente non siano più sufficienti né le conoscenze né la consapevolezza, è bene attuare un progetto di Educazione Ambientale collocato nel contesto
delle grandi trasformazioni culturali e scientifiche contemporanee,
della visione ecologica del sapere, considerato nel suo aspetto di complessità, (di cui parla Edgar Morin)
dell’evoluzione del pensiero volto alla ricerca di soluzioni possibili

MOTIVAZIONI
Il progetto-processo di Educazione Ambientale si fonda su 5 motivazioni
- educativa : possibilità di avviare un processo formativo e cognitivo complesso e completo
- Metodologica: possibilità di trasferire valori educativi legati al rispetto della vita in ogni sua forma, dell’habitat, dell’intercultura, dei diritti umani
- Esistenziale: possibilità di acquisire consapevolezza di identità, percezioni, bisogni, desideri,
- sociale: possibilità di promuovere consapevolezza, responsabilità, competenza e cittadinanza ambientale.
- ambientale: possibilità di conoscere meglio le relazioni tra esseri umani e ambiente,
IDEA GUIDA
Sono contenute in tre considerazioni:
1. ambiente non solo un oggetto di studio o fonte di esperienze emotive, ma anche sfera delle nostre azioni.
2. necessità di passare da un concetto di "Educazione Ambientale per la conservazione della natura" (difensiva e reattiva) a quello di "Educazione Ambientale per lo sviluppo sostenibile" (preventiva, proattiva).
3.
Aconoscenza come capacità di riflessione metacognitiva, per mettere da parte presunte certezze assolute, per stimolare il dialogo e la condivisione continue del sapere.

FINALITA’
1. Raggiungimento di obiettivi fondamentali come:
sapere ambientale: acquisizione di conoscenze relative ai sistemi ambientali e le relazioni che li integrano
consapevolezza ambientale sensibilizzazione e coscientizzazione verso i problemi ambientali;
responsabilità ambientale saper agire con la consapevolezza dei vincoli e delle opportunità del contesto
competenza ambientale capacità gestire e progettare, di guidare-seguire il sistema ambientale;
cittadinanza ambientale capacità di partecipazione per la costruzione del sistema ambientale.
2.Conoscenza e consapevolezza della biodiversità (intesa come il complesso degli esseri viventi che popolano il pianeta) per avere chiavi di lettura e di comprensione e di interpretazione rispetto a significati, manifestazioni e funzionamento della vita.
OBIETTIVI PREDISCIPLINARI
Acquisizione, per favorire l’interpretazione responsabile dell’ambiente
1. dei concetti di:
- relazione
- processo evolutivo
- limite ed imprevedibilità
2. della capacità di assumere specifici punti di vista per considerate l’ambiente sotto gli aspetti di:
- bene comune
- qualità della vita
3. della maturazione dei processi cognitivi:
- per comprendere
- per interpretare
- per valutare
OBIETTIVI TRASVERSALI
A Una educazione filosofico-ambientale orientata alla sostenibilità deve favorire le capacità di
- di porsi in ascolto (all'interno e all'esterno),
- di comprendere ed usare una pluralità di linguaggi;
- di "apprendere ad apprendere",
- di autovalutazione e autoregolazione (ridefinire in modo flessibile valori, acquisizioni, comportamenti);
- di condivisione e scambio di conoscenze e competenze,
- di conoscenza;
- di partecipazione attiva e responsabile.
OBIETTIVI FORMATIVI
- conoscere la struttura che mette in relazione tutti i viventi, tra loro e con il pianeta, riconoscere tali relazioni, saper collegare specifici eventi a trasformazioni del contesto;
- acquisire capacità di lettura e di interpretazione dei processi naturali e sociali in chiave evolutiva,
- comprendere l'importanza di azioni responsabili che rispettino vincoli e sappiano cogliere opportunità per lo sviluppo sostenibile;
- acquisire la consapevolezza dei limiti e dell'imprevedibilità dei sistemi complessi, naturali o sociali,
- comprendere che le cose non sono solamente cose, ma anche, a loro volta, sistemi (ricorsività complessa)
- andare oltre la causalità lineare causa – effetto, apprendere la mutua causalità, la causalità circolare - retroattiva, ricorsiva


ATTIVITA’ DI LABORATORIO
OBIETTIVI SPECIFICI

-far acquisire metodi e strumenti per l'analisi della realtà ambientale, vicina e lontana, sempre più complessa e globale;
-sviluppare processi sempre più ampi di responsabilizzazione nei confronti della gestione dei beni, delle risorse e dei consumi, in ambito scolastico ed extrascolastico;
-facilitare la comprensione degli effetti che hanno i nostri stili di vita sull'ambiente per intervenire positivamente sui comportamenti quotidiani

-promuovere un monitoraggio della qualità dell'ambiente fornendo strumenti e chiavi di lettura semplici e chiare per interpretare la qualità dell'ambiente in cui si vive.
METODOLOGIA
Si utilizzeranno tutti gli elementi metodologici di qualità consolidati in campo educativo quali:
- l’azione diretta
- l’uso di metodologie innovative (laboratori – metacognizione)
- il rapporto scuola/territorio come legame diretto con il contesto in cui opera);
- il pensiero complesso (il pensare per relazioni, l'approccio sistemico);
- la riflessione metacognitiva
- la ricerca - azione
- la trasversalità e l'approccio interdisciplinare

CONTENUTI DALL’INFANZIA , AL PRIMO GRADO

- Flora, fauna, equilibri ecologici tipici del proprio ambiente di vita.
- concetti di rarità, estinzione e conservazione
- I bisogni dell’uomo e le forme di utilizzo dell’ambiente.
- Gli interventi umani che modificano il paesaggio e l’ interdipendenza uomo- natura
- L’ambiente antropizzato e l’introduzione di nuove colture nel tempo e oggi.
- Orti e giardini: forme storiche e naturalistiche
- Gli elementi tipici di un ambiente naturale ed umano, inteso come sistema ecologico.
- l’importanza del necessario intervento dell’uomo sul proprio ambiente di vita,
- vantaggi/svantaggi che la modifica di un certo ambiente ha recato all’uomo che lo abita.
- Rispetto per le bellezze naturali ed artistiche.
- I ruoli dell’Amministrazione Comunale,delle associazioni private, delle istituzioni museali, ecc., per la conservazione e la trasformazione dell’ambiente
- semplici progetti di restauro, di conservazione, di intervento per un uso consapevole dell’ambiente.
- le principali istituzioni pubbliche che si occupano dell’ambiente e collegamento per quanto possibile con la loro attività.
- Individuazione di un problema ambientale (dalla salvaguardia di un monumento alla conservazione di una spiaggia ecc.), analisi ed elaborazione di semplici ma efficaci proposte di soluzione
- Se possibile, anche in collaborazione con altre istituzioni, interventi per risolvere il problema.
- Realizzazione di un Laboratorio di restauro di piccoli oggetti legati alla tradizione locale e di progettazione di interventi per un uso consapevole dell’ambiente.
- Uso corretto delle risorse, evitando sprechi e forme di inquinamento,
- Pratica di forme di riutilizzo e riciclaggio dell’energia e dei materiali.
Comprensione e/o elaborazione di regole di comportamento negli ambienti vissuti.







BIBLIOGRAFIA PER BAMBINI
Aristotele e il dinosauro
C'è nessuno?
Che cos'è il bene e il male?
Che cos'è la libertà?
Che cos'è la vita?
Che cosa sono i sentimenti?
Chi sono io?
I più strani importanti come
I più strani importanti perché
Il mondo di Sofia
Il mondo di Sofia (scuola media)
Il pianeta dove scomparivano le cose
Il piccolo principe
Il prisma dei perchè (scuola media)
Il simposio di Spollone
L'anatra, la morte e il tulipano
L'ospedale delle bambole
L'ospedale delle bambole
La caverna misteriosa
la filosofia spiegata ai bambini
La storia dei filosofi antichi
Le domande sono ciliegie
Mark
Piccoli e grandi racconti di Sophios
Pixie, Kio e Gus, Elfie
Poesia, fantasia, filosofia
Spallone nel paese dei paradossi
Storie per apprendisti saggi








L'ATTUALE BIBLIOGRAFIA ITALIANASULLA"PHILOSOPHY FOR CHILDREN"


Anonimo, Fare filosofia con i bambini, in "Informazione Filosofica", N.1/1990, p. 61
Arosio E., Alice nel paese dei filosofi, in "L'Espresso" del 9 Agosto 1987.
Brüning B., Fare filosofia con i bambini, in "Bollettino della SFI", n. 132/1987.
Cosentino A., Sophia, in "Informazione Filosofica", N. 7/1992, p. 58.
Cosentino A., Harry e la scoperta delle idee, in "Nuova Secondaria", N. 5/1991, p. 41.
Cosentino A., M. Lipman e la Philosophy for children, in "Bollettino SFI", N. 142/1991.
Cosentino A., A proposito di un'esperienza di lavoro con la P4C, in "Bollettino SFI", N. 155/95.
Cosentino A., La Philosophy for children come progetto educativo, nel vol. a c. di M. de Rose, Filosofia e ricerca didattica, Quaderno N° 25 dell'IRRSAE-Puglia, Bari 1995.
Cosentino A., Il tempo come variabile dei processi formativi, in "Calligrafie", N° 8/1996.
Cosentino A., Dalle "filosofie" al "filosofare". La proposta di M. Lipman, in AA.VV., La didattica della filosofia, (Atti del Convegno Nazionale SFI-Treviso 1993), SFI Treviso 1996, pp.176-179.
Cosentino A., Tra oralità e scrittura in filosofia: il modello della "Philosophy for children", in De Pasquale M. (a c. di), Filosofia per tutti, Angeli, Milano 1998.
Cosentino A., Filosofia per la formazione. Il curricolo della P4C, in "Prospettiva EP", n. 2-3/2002.
Cosentino A., (a cura di), Filosofia e formazione. 10 anni di P4C in Italia, Liguori, Napoli 2002.
Cosentino A., Effetti emancipativi della "comunità di ricerca", in "Pratiche filosofiche", n. 3, Aprile 2004.
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DATA
03/09/2007
FIRMA
Docente Sina Mazzei
Indirizzo e-mail: filo-sophini.blogspot.com

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Che pesce sei?

Un'insegnante spiegando alla classe che in spagnolo, contrariamente all'inglese, i nomi possono essere sia maschili che femminili. "Uno studente chiese: "Di che genere è la parola computer?" Anziché rispondere, l'insegnante divide la classe in due gruppi, maschi e femmine, e gli chiese di decidere tra loro se computer dovesse essere maschile o femminile.A ciascun gruppo chiese inoltre di motivare la scelta con 4 ragioni.Il gruppo degli uomini decise che "computer" dovesse essere decisamente femminile"la computadora"perchè:1.Nessuno tranne il loro creatore capisce la loro logicainterna.2.Il linguaggio che usano per comunicare tra computer èincomprensibile.3.Anche il più piccolo errore viene archiviato nella memoria a lungotermine per possibili recuperi futuri.4.Non appena decidi di comprarne uno, ti ritrovi a spendere metà del tuo salario in accessori.Il gruppo delle donne,invece, concluse che i computer dovessero essere maschili (el computador)perchè:1.Per farci qualunque cosa, bisogna accenderli.2.Hanno un sacco di dati ma non riescono a pensare da soli.3.Si suppone che ti debbano aiutare a risolvere i problemi, ma perla metà delle volte,il problema sono LORO;4.Non appena ne compri uno, ti rendi conto che se avessi aspettatoqualche tempo,avresti potuto avere un modello migliore.Le donne vinsero.