Solleviamoci, è ora
Noi siamo quelli
che se ne vanno
pieni di vento
e di sole
in deserti
affollati
di illusioni
e non tornano più
abbagliati
da spaccati di vita.
Siamo riflessi
di affetti
profondi.
Pensieri
di fresca rugiada
posata sulla notte
che non conosce
nuvole.
Siamo i sospesi
tra sogno e realtà,
quelli sul sottile confine
tracciato
dai meandri
dei desideri.
Siamo splendide bugie
di una terra
che fatica
ad alzarsi
sui marciapiedi
della vita.
Siamo polvere
di un tempo
inesorabile
che ci riporta
tra le caverne opache
dei ricordi.
Siamo l’urlo
di amici perduti
non ancora tornati,
che raccoglie
sogni lanciati
su nuvole rosa
gonfie di cuore
nel cielo sospeso
della gioventù.
Siamo parole
mai dette
intrappolate
tra i rami
scheggiati
di un inverno
che fatica
nel risveglio.
Siamo vita
che scoppia
nei focolai spenti
accesi dal giorno che nasce
a dispetto di tutto.
Preghiere
Strappate ai silenzi
concessi da un Dio
che non ama
piangersi addosso.
Siamo
l’andata e il ritorno
di noi stessi.
Solleviamoci.
E’ ora.
PAESE MIO
Paese mio
cinto a primavera
di riccioluti gorgheggi
affaccendati
come comari
nel via vai del giorno
ti vai combinando
tra nuvole ariose
all’orizzonte
e sogni fermi
dietro vetri antichi.
Tu non conosci gli anni.
Il tuo grembo
avrà sempre un vecchio
davanti ai tuoi tramonti
aggrappato
ai sapori di campagna
mentre torna stanco
con le zolle in mano
cantando
la fatica della terra.
E non conosci spazi.
Sei tutto lì
che vivi di germogli
seminati
nei cuori della gente
che s’adatta
all’ombra
dell’inverno
mentre fuori
è estate.
Per questo
non ti mancano
i sorrisi
strappati ai vicoli
intrecciati e bui
come strette di mano
nel bisogno
tra calde mura
di camini accesi.
Tra gli alberi d’ulivo
bagnati di sole
che lasciano un’impronta
tra le rughe
dei ricordi
che strada voltando
riporta
inesorabilmente
a te.
mostra di poesie
mercoledì 12 settembre 2007
LA STORIA DEI FILOSOFI ANTICHI SPIEGATA AI RAGAZZI
NICOLA CELORA, bergamasco, vive con la moglie e sei figli in Brianza. Si è laureato all'Università Cattolica di Milano dove ha avuto come maestri Giovanni Reale, Adriano Bausola e Alessandro Ghisalberti. Dal 1990 si dedica all'attività di insegnamento e formazione in vari contesti. Attualmente insegna filosofia e storia presso il Collegio della Guastalla di Monza. A fianco alle sue attività di docenza ha maturato esperienze nel campo socio-assistenziale in area minori.
Chi sono i filosofi?Hanno inventato fiabe? Alcuni sì ma non sono favole abitate da orchi e animali parlanti ma dalle cose che vediamo intorno a noi. I filosofi hanno la capacità straordinaria di conservare anche da grandi la stessa curiosità dei bambini. E così tutte le storie sono nate dal desiderio di spiegare la ragione delle cose. Filosofo significa “amico del sapere” I filosofi infatti amano le ragioni che stanno dietro le cose per diventare sapienti. I filosofi sono bambini mai cresciuti. Perché c’è il mondo? Perché le cose si muovono… ecc? Il mondo è un pacco regalo il più grande che abbiamo ricevuto e dobbiamo scoprirlo ogni giorno di più.
TALETE fu il primo filosofo della storia. Veniva da Mileto in Grecia. Era un marinaio e viaggiava molto con la barca di suo padre ma un giorno di tempesta cadde in mare. Si accorse che l’acqua era molto più abbondante di quanto gli sembrasse dalla barca:il mare era immenso. La stessa estate venne una grande siccità che rischiò di far morire animali e piante. Solo dopo la pioggia il villaggio si risollevò. Da queste due esperienze il filosofo capì che l’acqua era il principio di tutte le cose. E naturalmente parlò a tutti di questa sua scoperta come di una cosa divina. Molta gente lo ascoltava e si rese conto che era bello domandarsi il perché delle cose.
ANASSIMANDRO fu il suo primo discepolo, era anch’egli un marinaio ma guardando il mare gli pareva che Talete avesse dimenticato qualcosa. “Il mare è grande ma non basta a fare il mondo” si disse e cominciò a viaggiare finché divenne vecchio per scoprire il segreto vero della natura. Finché un giorno tornò convinto del fatto che l’acqua non poteva essere il principio di tutte le cose ma doveva essere privo di una sua forma in modo da poter assumere tutte le forme delle cose di cui è fatto il mondo e ANASSIMENE un suo amico intuì che se tutte le cose respirano il principio non poteva che essere l’aria.
Nessun commento:
Posta un commento